FINE LEGISLATURA REGIONALE
NELL’INGORGONE FINALE CHI CI RIMETTE E’ SEMPRE L’AMBIENTE
Nel tour de force tra il 24 e il 27 marzo in Consiglio Regionale, con il solito ingorgone di fine legislatura, a rimetterci come al solito è sempre la salvaguardia del territorio, con norme di favore, saldi pre-elettorali di fine stagione e nuovi testi riscritti in fretta e furia.
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Dopo la recente modifica al testo regionale in materia di cave, approvato lo scorso 24 febbraio, con possibili incrementi del 25% delle superfici di cava nelle zone a destinazione agricola ed agricolo-boschiva, ieri è stata la volta dell’approvazione del calendario venatorio regionale 2015/16; questo provvedimento amministrativo elude il parere scientifico dell’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale e una recente indagine EU-Pilot della Commissione UE, che aveva indotto il Governo a stoppare la caccia ai tordi dal 20 al 31 gennaio in alcune regioni, tra cui la Liguria.
Nel disegno di legge 389 approvato ieri (un calderone di varie modifiche alla normativa regionale), compaiono varie modifiche in materia edilizia (ampliamento dei tipi di intervento ammessi nella manutenzione straordinaria, fra cui rientrano il frazionamento e l’accorpamento di unità immobiliari);
poi spunta l’approvazione alla chetichella (non compare nei comunicati ufficiali) di una deroga per manifestazioni fuoristrada, due volte l’anno, autorizzabili nei più pregiati sentieri classificati nella cartografia REL (Rete Escursionistica Ligure) redatta in collaborazione con CAI, FIE ed Enti Parco.
E’ atteso anche il voto sul disegno di legge 388 della Giunta di riordino delle funzioni delle province, in attuazione di norme scoordinate della Legge Delrio del 2014 e della legge di Stabilità, con parte di personale degli uffici caccia e pesca provinciali che diventeranno dipendenti regionali ed un possibile caos nella distribuzione dei compiti di tutela e gestione della fauna selvatica.
Particolarmente pilatesca emerge la “decisione di non decidere” in merito al destino dei quasi 100 agenti di polizia provinciale operanti in Liguria, preposti al rispetto delle norme in materia di tutela dell’ambiente, protezione dei beni naturali, controllo del bracconaggio, vigilanza in materia di caccia e pesca, sorveglianza delle aree rurali; il ddl si limita a prendere atto che il Parlamento prima o poi deciderà qualcosa, mentre altre regioni come la Toscana hanno confermato in capo alle province i compiti sinora svolti dalle polizie provinciali stesse.
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