Centrali a carbone Le affermazioni del MODA sono sempre ben documentate. Solo la mancanza di argomenti seri per confutarle può suggerire l’accusa generica di “procurato allarme” (come se fosse una colpa e non un merito informare la gente dei pericoli che corre!). Ed è anche vero che il costo dell’energia elettrica prodotta dal carbone, a fronte di un costo di produzione fra i più bassi, ha il costo esterno, dunque comprendente le indispensabili misure di adattamento e tutela ambientale, più alto di tutti. È ormai noto. Riporto una tabella del mio libro “In principio il nulla esplose” elaborata a suo tempo (ma da allora non è cambiato molto) sulla base dei dati “State of the world 2003”. |
Costi elettricità/ fonte energetica in cent € per kwh. Valore medio.2003
Dunque, il costo dell’energia elettrica prodotta dal carbone risulta sostenibile solo con contributi esterni alla produzione, o con la rinuncia a garanzie ambientali. Tertium non datur. In ogni caso, dunque, a carico della comunità. Che, giustamente, lo rifiuta. Ora, da imprenditori che vogliono esclusivamente “un ritorno economico” (ma che fine hanno fatto tutte le stackeholder’s theory che discettavano, insinuanti e buoniste, sul ruolo sociale dell’impresa?) non c’è da aspettarsi granché di “sociale”. Ma dagli amministratori pubblici sì. È il loro mestiere, in fin dei conti. Sembra invece che siano abilissimi a cinguettare continuamente fra loro di cose anche alte come morale, impegno, solidarietà ma siano negati a far funzionare gli articoli che propagandano. Giulio Save Osservatorio per la Qualità della Vita |