Mentre a La Spezia la storia della centrale Enel sta per voltare pagina definitivamente, a Vado Ligure il tempo sembra essersi fermato. Nella centrale spezzina, il gruppo a carbone ha cessato la sua attività a fine 2021 dopo ben 59 anni di funzionamento. Dopo la demolizione delle prime tre ciminiere, in questi giorni si sta procedendo con l’abbattimento dell’ultima rimasta in piedi. Un segnale chiaro che la transizione energetica è in atto, almeno sulla carta. Ora si apre la fase della riconversione, con diverse proposte già pervenute e in attesa di essere valutate….leggi
Situazione ben diversa a Vado Ligure, dove il destino della centrale appare avvolto in un alone di mistero – o, per meglio dire, in un gioco di interessi non del tutto trasparente. Qui i nuclei a carbone sono stati spenti nel lontano 2014, eppure, dopo la demolizione di una ciminiera nel 2017, la seconda resiste imperterrita, quasi a simboleggiare un’inerzia che stride con le esigenze ambientali. Perché questa differenza di trattamento? Cosa si cela dietro questa immobilità?
Le ipotesi si sprecano. Da un lato, la burocrazia italiana, lenta e farraginosa, che complica qualsiasi intervento di riconversione; dall’altro, interessi economici e politici che potrebbero rallentare volontariamente il processo. Eppure, i cittadini e le istituzioni locali hanno più volte chiesto l’abbattimento della ciminiera, temono possa essere utilizzata per altri scopi (inceneritore o termovalorizatore?)
La transizione ecologica non può essere solo uno slogan. Serve una volontà politica chiara, investimenti mirati e una gestione efficiente delle procedure amministrative. Se a La Spezia qualcosa si muove, a Vado Ligure sembra che il tempo si sia fermato, forse per convenienza di qualcuno. Ma fino a quando si potrà ancora far finta di niente?