DECARBONIZZARE LA CENTRALE TIRRENO POWER DI VADO” NONOSTANTE GLI ACCORDI DI DURBAN PER RIDURRE I GAS SERRA A SAVONA REGIONE PROVINCIA E SINDACATI SI APPRESTANO A FIRMARE UNA CONVENZIONE PER IL POTENZIAMENTO A CARBONE CON AUMENTO DELLA CO2 |
Riguardo alla Conferenza sui cambiamenti climatici di Durban Il Ministro dell’Ambiente Clini dichiara: “Un patto che vada oltre Kyoto per una economia globale “decarbonizzata” ed ancora “…l’aumento della domanda di energia può essere disgiunta dall’aumento delle emissioni sviluppando fonti energetiche a basso contenuto di carbonio a cominciare dalle rinnovabili”.(La Stampa del 28/11/11) Potenziando a carbone, la centrale di Vado aumenterebbe la produzione di CO2 da 3,8 ad almeno ben 7,5 milioni di tonnellate/anno e ciò è in totale contrasto con l’accordo firmato oggi a Durban anche dall’Italia, con soddisfazione del Ministro Clini, e che prevede invece la riduzione entro il 2020 delle emissioni attuali di CO2. Invitiamo il Governo Monti-Clini quindi a “decarbonizzare” la Liguria con le sue centrali a carbone e in particolare quella di Savona-Vado-Quiliano, in pieno centro abitato, per cui l’istituto Superiore di Sanità (Prof. Cortellessa) e la Commissione Scientifica di Spotorno (1988) ne avevano richiesto l’immediato depotenziamento e la completa metanizzazione abbandonando il carbone. Dopo i pesanti danni della recente alluvione in Liguria determinata da un clima alterato certamente per gli eccessi di produzione di anidride carbonica che, come ricorda anche l’Espresso del 17/11/11 “ha causato l’ennesima estate fra le più calde e lunghe del secolo e le alluvioni autunnali” ,ci aspettiamo dal nuovo Governo una rapida inversione di rotta e chiediamo l’immediato blocco del dannoso progetto di potenziamento a carbone di Tirreno Power approvato irresponsabilmente da Regione Liguria, Provincia di Savona, Ministeri e appoggiato da Unione industriale e Sindacati. Tale progetto è fortemente contestato da gran parte dell’opinione pubblica che richiede invece, insieme all’ Ordine dei Medici della Provincia di Savona e molti Movimenti e Associazioni, la chiusura immediata degli obsoleti gruppi a carbone e almeno la totale metanizzazione. Oltre i danni relativi al clima sono altissimi i “costi esterni” della centrale a carbone di Savona-Vado che, secondo gli accordi regionali sul potenziamento, continuerebbe a funzionare illegalmente ancora per almeno 9 anni con gli obsoleti gruppi a carbone 3 e 4 inquinantissimi e non più migliorabili sforando i limiti di inquinamento imposti dalla recente normativa IPPC – AIA e dalla relativa legge italiana DLsl 128/10. I costi esterni della attuale centrale di Vado, valutati secondo i criteri della Unione Europea, sono di almeno 140 milioni di euro/anno e compredono, oltre ai costi della CO2 che già supera ampiamente oggi i limiti imposti dai protocolli internazionali, anche i costi relativi ai danni alla salute con aumento di mortalità generale, malattie cardiache, polmonari e tumorali e i danni alle coltivazioni e al turismo. Ricordiamo anche l’aumento delle spese dei farmaci che secondo il rapporto OSMED in Liguria è la più alta d’Italia (Il Secolo XIX del 11/07/11). Nonostante tutte le normative nazionali ed internazionali che imporrebbero quindi da subito, anche per il principio di precauzione oggi riconosciuto dalla Ue, almeno la chiusura immediata dei vecchi gruppi a carbone e la metanizzazione della centrale, come se nulla fosse, ignorando le normative e gli accordi internazionali, leggiamo sulla stampa locale che alla Camera di Commercio di Savona il giorno 20 Dicembre 2011 è prevista la firma di una convenzione tra Regione, Provincia categorie economiche e sindacati per i lavori previsti dal potenziamento a carbone imposto dall’alto. (La Stampa del 11/12/11). Concludendo il piano regionale di potenziamento a carbone per la centrale di Savona-Vado è da respingere il toto perché:
Savona 12 dicembre ’11 Dott. Agostino Torcello (Medico pneumologo) Dr. Virginio Fadda (Biologo) M.O.D.A. (Movimento di Opininone Difesa Ambiente) |