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Centrale Tirreno Power

UN RECENTE STUDIO DI BIOMONITORAGGIO LICHENICO
RIVELA NEL SAVONESE UN AMBIENTE DEGRADATO
TRA I PIÙ INQUINATI D’ITALIA.
MA I LIMITI DI LEGGE PER L’AIA DELLA CENTRALE TIRRENO POWER
VENGONO ALMENO RISPETTATI

Siamo molto sconcertati da quanto dichiarato il 14 Novembre 2012 dal Sindaco di Vado L. in un recente incontro pubblico promosso dal Comune di Vado sulle problematiche del territorio ed il particolare sulla centrale a carbone T. Power ,

Domandano al Sindaco il rappresentante del Movimento 5 Stelle ed esponenti di altri comitati riguardo alla Conferenza dei servizi che ha concesso l’autorizzazione AIA alla centrale a carbone :“ Perché per le emissioni di biossido di zolfo (SO2) per i futuri assetti dei due vecchi gruppi non avete preteso (questo è il potere che la legge affida ai sindaci in fase di AIA) i valori previsti dalla legge (sotto i 200 mg/Nm3), invece di quelli che invece sono stati poi concessi (350 mg/Nm3)?

Il Sindaco di Vado avrebbe risposto che “ … se avessimo dato i limiti di 200 di SO2 sui vecchi gruppi questa azienda non avrebbe potuto andare avanti ed avrebbe chiuso….” .

A questo proposito riproponiamo quanto dichiarato dal Sindaco Caviglia alla Conferenza dei servizi per il potenziamento di un nuovo gruppo a carbone da 460 Mwe del 13/07/2011, in cui il Sindaco, contrariamente ad oggi, sembrava volere il rispetto dei limiti di legge a camino previsti per l’AIA .

A pag. 11 del verbale leggiamo : “ Lo stesso Sindaco di Vado Ligure dichiara altresì come la Legge n. 128/2010 preveda, già di per sé, dei limiti al camino che ad oggi non sarebbero comunque rispettati dall’Azienda. Pertanto , se l’AIA avesse già fatto il suo corso, ci sarebbero stati dei limiti e dei valori di inquinamento nettamente inferiori rispetto a quelli attuali. Dichiara altresì di essere anche lui, in prima persona, oggetto di continue diffide da parte della popolazione locale, molto preoccupata per gli aspetti sanitari dell’area.”

L’Ing. Ticali presidente della Commissione AIA-IPPC chiede altresì maggiori informazioni in merito al mancato rispetto dei limiti di legge per le emissioni in atmosfera, come più volte lamentato dai Comuni. Si rileva, infatti, che i competenti organi di controllo, fra i quali IL COMUNE, NEL CASO DI ACCERTATO SUPERAMENTO DEI LIMITI DI LEGGE, HA L’OBBLIGO DI DIFFIDARE LA SOCIETÀ ALLA RISOLUZIONE DELLE CRITICITÀ E DI PROCEDERE A FORMALE DENUNCIA ALLE AUTORITÀ GIUDIZIARIE, PERVENENDO QUALORA NECESSARIO ANCHE ALL’EMISSIONE DI ORDINANZA SINDACALE PER LA SOSPENSIONE DELL’ESERCIZIO DELL’ ATTIVITÀ INDUSTRIALE. Di tali atti, utili al procedimento istruttorio AIA, nulla è in possesso della Commissione IPPC.”

Quindi, da quanto affermato dal Presidente della Commissione AIA, si desume che i Sindaci avrebbero avuto il potere di far rispettare i limiti di Legge ma non l’avrebbero fatto e, a leggere le recenti dichiarazioni di Caviglia, oggi ci sembrano più preoccupati di mantenere i vecchi gruppi a carbone, molto inquinanti, tra l’altro con il grave rischio di bruciare il CDR dei rifiuti possibile solo nei gruppi a carbone (vedi pag. 170 del Piano Provinciale Rifiuti e Delibera provinciale del Luglio 2011).

Un recente studio di biomonitoraggio lichenico di Tirreno Power conferma anche nel 2006-07 il gravissimo stato di contaminazione di metalli tossici e cancerogeni (quali ad es. Nichel Cromo Mercurio, Piombo ecc.) e di gas inquinanti (in particolare SO2 e NOx) nel comprensorio savonese dovuto in massima parte alla combustione del carbone che dura da più di 40 anni come peraltro già noto fin dal 1991 con lo studio di Nimis e poi ancora da Lupieri nel 2001 e da Giordano e altri successivamente. (vedi).

Che cosa hanno fatto in tutti questi anni le Amministrazioni pubbliche per ridurre l’inquinamento del carbone, i relativi danni alla salute della popolazione ed i pesanti costi esterni?

Affermava già nel 1991 il Prof. Nimis dell’Università di Trieste nello studio di “ Monitoraggio dell’inquinamento atmosferico tramite licheni” commissionato dalla VII USL “ del Savonese” a pag 18 “ la carta della contaminazione totale…indica la zona di Vado Ligure , che presenta i massimi assoluti della maggior parte dei metalli, come la più contaminata dell’area di studio.

Anche i dati sanitari sulla mortalità generale, cardiaca e tumorale sarebbero a Vado, Quiliano e nel savonese maggiori della media regionale e nazionale come documentato da studi scientifici ISDE  (vedi ).

Di fronte a questa preoccupante situazione documentata anche dagli elevati costi esterni, stimati secondo i parametri di ExternE della Unione Europea in almeno 140 milioni di euro l’anno (vedi), non sarebbe opportuno chiudere gli inquinanti gruppi a carbone, lasciando i gruppi a metano, di questa “centrale in città” responsabile di circa l’90% di tutta la SO2 e di circa il 70 % di tutti gli NOx prodotti nei Comuni di Savona, Quiliano e Vado Ligure (vedi Piano regionale sulla qualità dell’aria anno 2006 pag. 1072, 1073 e 1074 )?

Infine non comprendiamo la “preoccupazione” del Sindaco Caviglia per cui l’eventuale chiusura dei gruppi a carbone causerebbe la chiusura dell’intera centrale e relativa perdita occupazionale :

  • Ma lo sa il Sindaco Caviglia che qui a Vado la centrale può continuare a funzionare con 2 gruppi a metano, come funzionano tutte le centrali T. Power in Italia, e che solo qui a Vado T. Power ha anche 2 gruppi a carbone?

  • A proposito dell’occupazione in centrale che dire del crollo occupazionale che si è verificato nel passaggio di proprietà da ENEL nel 1985 (1280 MW) con circa 556 unità a Tirreno Power nel 2006 (1.420 MW) con circa 224 unità?

  • Come mai a Genova nessuno si è preoccupato della perdita occupazionale per la prossima chiusura della centrale a carbone ENEL nel porto?

Savona, 21 Novembre 2012

Dr. Agostino Torcello

Dr. Virginio Fadda

MODA Savona

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