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Centrale di Vado: basta inquinamento per i cittadini

La Lista Sansa sul progetto Tirreno Power: “manifestiamo contrarietà di fronte a un progetto pieno di incognite”

Nelle scorse settimane la società Tirreno Power ha annunciato il progetto di raddoppio della centrale turbogas di Vado Ligure. Dagli attuali 800 megawatt l’intenzione è di costruire un secondo impianto per produrne altri 800.

Parliamo della centrale per decenni alimentata a carbone. Un impianto che, secondo la Procura, avrebbe provocato gravi danni ambientali e alla salute.

E’ in corso un processo per disastro ambientale e sanitario colposo. Secondo una relazione del Cnr si sarebbero registrati “eccessi di mortalità per entrambi i sessi tra il 30 e il 60% sono emersi per tutte le cause e tutti i tumori” nelle zone esposte agli inquinanti. Le morti in eccesso, stimava il Cnr, si calcolerebbero in 4mila persone.

La parte a carbone della centrale è stata posta sotto sequestro dal Giudice per le Indagini Preliminari di Savona nel marzo 2014 e non è attiva da anni. Ma adesso ecco arrivare la nuova proposta che allarma gli abitanti della provincia di Savona.

Seguiamo la vicenda da oltre un decennio e come Lista Sansa siamo contrari e preoccupati per il nuovo progetto. Ma soprattutto vorremmo porre alcuni interrogativi a tutti i liguri, anche quelli che non abitano vicino alla centrale.

E’ necessario affrontare la questione guardando al solo interesse della gente di Vado e Savona, senza condizionamenti legati al passato. Ma pensando a un futuro finalmente diverso.

– La popolazione di Vado e della provincia di Savona ha già pagato un terribile tributo alle industrie inquinanti – non solo la centrale elettrica – che purtroppo produrrà effetti per molti anni, forse decenni. Non è giusto costruire sempre nello stesso sito un nuovo impianto di grande potenza che, pur meno inquinante del carbone, produce tuttavia emissioni dannose provocate dalla combustione di fossile.

– La società che si propone di realizzare l’impianto è la stessa Tirreno Power che ha gestito l’impianto a carbone di Vado accusato di aver tanto pesantemente danneggiato ambiente e salute. Oltre venti tra dirigenti e amministratori della società sono oggi imputati nel processo. E’ giusto, chiediamo, trattare con questa società? E’ giusto darle fiducia e promuovere un progetto che agevoli la sua attività, tra l’altro proprio nel luogo dove una centrale gestita da Tirreno Power è accusata di aver provocato una simile devastazione?

– La società Tirreno Power sostiene che la realizzazione dell’impianto a turbogas sarebbe necessaria nel processo di transizione verso le energie rinnovabili in quanto queste “rendono necessaria la disponibilità di riserve di energia termoelettrica da attivare rapidamente in caso di deficit improvviso dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili non programmabili come quella offerta dall’impianto proposto”. Affermazioni che sembrano contrastare con quanto avviene all’estero. L’Unione Europea – già concentrata su altre tecnologie – ormai ritiene superato questo tipo di centrali, anzi, realizzarne di nuove impegnerebbe il territorio di Savona a dipendere per decenni da combustibili fossili con emissioni climalteranti.

– Il progetto fa spesso riferimento al ricorso al “capacity market”, cioè agli incentivi disponibili per chi produca energie elettriche con minore impatto ambientale proprio in vista del passaggio alle rinnovabili. Nei cittadini è sorto così il dubbio che il vero fulcro della questione non sia la produzione di energia elettrica, ma degli incenstivi. “Con il ricorso al capacity market – ricorda la gente di Savona – da alcune prime informazioni circolate si avrebbe diritto a incentivi per 75mila euro l’anno per megawatt. Il che porterebbe a circa 60 milioni l’anno di contributi per almeno 10 anni.

– La società Tirreno Power sostiene che il nuovo impianto sarebbe necessario per fare fronte alla domanda di energia, mentre l’impianto attualmente in funzione a Vado Ligure-Quiliano risulterebbe a funzionamento ridotto rispetto alla potenza installata.

– La letteratura scientifica sottolinea da tempo l’impatto emissivo delle centrali a turbogas anche sotto forma di particolato fine e ultrafine (e qui invece si vorrebbe un ulteriore gruppo da ben 800MW- si ricorda che i vecchi gruppi a carbone avevano potenza complessiva di 660 MW).

– Il nuovo impianto avrebbe marginali ricadute occupazionali (si dice tra i 25 e i 35 lavoratori), meno di quanti potrebbero garantirne altre attività industriali non inquinanti che si potrebbe realizzare nell’area.

Come Lista Sansa manifestiamo la nostra contrarietà di fronte a un progetto pieno di incognite, per esempio quando fa riferimento a un bisogno energetico da turbogas tutto da dimostrare. Non solo: nella nostra regione si sta cercando di realizzare un altro impianto a turbogas alla Spezia, altra città danneggiata dal carbone e che, negli ultimi 60 anni, ha pagato un pesante tributo in termini di salute pubblica proprio a causa della presenza della centrale a carbone. Alla Spezia il consiglio Comunale si espresso all’unanimità contro la riconversione centrale a carbone in centrale a turbogas, grazie soprattutto alla nostra battaglia insieme alle altre opposizioni. Noi vogliamo che l’area venga liberata e presenteremo nelle prossime settimane uno studio dettaglio sulla centrale di Vallegrande e i nostri progetti per il futuro. La città della Spezia è, infatti, contraria alla centrale a turbogas. Due impianti nuovi, che rischiano di vincolare la Liguria a un modello di produzione di energia ormai sorpassato e inquinante e con effetti climalteranti..

Il primo passo sarà quello di chiedere che la Regione chiarisca le linee guida del nuovo Piano Energetico (il precedente è ormai in scadenza) per capire quali siano i bisogni e le strategie.

Ma soprattutto occorre, e in questo ci impegneremo, individuare per Vado soluzioni che guardino davvero al futuro, per esempio pensando a uno sviluppo del già esistente campus universitario sulle energie alternative oppure realizzare un centro di stoccaggio per l’energia proveniente da fonti rinnovabili (i sistemi di accumulo costituiscono uno dei fronti più significativi nell’evoluzione in chiave smart della rete di distribuzione, potremmo essere una delle regioni all’avanguardia in questo settore fondamentale per la decarbonizzazione).

Guardiamo avanti, cerchiamo di fare della Liguria una regione modello per le nuove tecnologie compatibili con l’ambiente. E soprattutto: basta inquinamento per Vado e Savona.

Ferruccio Sansa, Selena Candia, Roberto Centi

Consiglieri regionali Lista Sansa

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