CELLE LIGURE – EX COLONIE MILANESI
I PRODI ANSELMI
All’incontro con la cittadinanza di Celle Ligure, organizzato dai rappresentanti delle categorie economiche allo scopo di condurre una decisa battaglia nei confronti di chi continua ad ostacolare il progetto di riqualificazione delle ex Colonie Milanesi erano presenti, oltre ai rappresentanti di Promotur e delle associazioni commercianti, albergatori e bagni marini, il Sindaco, il Presidente provinciale degli albergatori, dott. Carlo Scrivano, ed il Presidente della Camera di Commercio, dott. Luciano Pasquale….
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Tutti hanno rimarcato la necessità di favorire, attraverso l’operazione Colonia Milanese, la ripresa economica del nostro paese che, come detto dal Sindaco, sta morendo (ma ancora 2 anni fa Celle non stava meglio di tutti?), e si sono dichiarati preoccupati che l’inizio dei lavori sia ancora protratto per una questione di semplice e poco lungimirante opposizione politica, incapace di comprendere quale sia la vera ed attuale realtà dell’economia del territorio
Unanime è stata la richiesta che nessuno si opponga e che si giunga finalmente a decidere di favorire l’operazione. Qualcuno ha anche avuto parole di aperta e dura condanna verso chi non si allinea e trova ancora motivi di contrarietà, individuato nel gruppo Futuro Oggi, presente con alcuni simpatizzanti ed i loro rappresentanti in consiglio comunale, Beltrame e Bertoldi. L’intervento di questi ha però scombussolato gli intendimenti degli organizzatori. Rivolti soprattutto al dott. Pasquale ed al dott. Scrivano, hanno fatto presente che non c’è più niente da decidere, non c’è più nessuno da dover convincere: il procedimento è terminato con la definitiva approvazione, avvenuta più di un anno fa, e la società proponente, da allora, avrebbe potuto ritirare l’autorizzazione e cominciare i lavori. Non si capisce, pertanto, quali colpe si possano attribuire ai consiglieri se ciò non è ancora avvenuto. Hanno poi spiegato i motivi che hanno allungato i tempi e reso difficile giungere a conclusione: le irregolarità, le incoerenze e le omissioni del progetto, via via denunciate, hanno indotto gli organi approvanti ad imporre innumerevoli e successive modifiche. Sarebbe stato tutto più facile se l’Amministrazione avesse subito accolto i suggerimenti. Non hanno negato la loro disapprovazione al progetto, dovuta al fatto che, a loro giudizio, vi possono essere ancora degli aspetti che potrebbero rendere irregolare la sua approvazione. Hanno fatto un esempio che, nella sua banalità, sembra chiaro e non richiederebbe spiegazione: nel progetto è scritto che è stata rispettata la quantità di parcheggi imposta dal Piano urbanistico nella misura del 30 % della superficie agibile; il Piano, però, non dice il 30 % ma il 35 %; con i numeri imponenti dell’operazione il 5 % di differenza corrisponde a 600 m2 di parcheggi (un parcheggio a pettine lungo 170 metri). Secondo i consiglieri di Futuro Oggi costituisce violenza nei confronti della loro coscienza far finta di non essersene accorti, tanto più che l’avevano denunciato già molto tempo fa; così tacere su questa e altre criticità, approvando, li avrebbe fatti sentire colpevoli di reato. A questo punto i due consiglieri hanno chiesto al dott. Pasquale, in particolare, che cosa si stava loro chiedendo: forse di non farsi scrupoli e di approvare lo stesso? L’intervento improvviso e violento del Sindaco – aveva detto che era stanco di chi “rompe i coglioni” con linguaggio inadatto ad un segretario provinciale del Pd – ha prodotto la più che giustificata indignazione del giovane Beltrame e, probabilmente la altrettanto giustificata perplessità degli altri. Ritornata la calma i consiglieri di Futuro Oggi hanno ripetuto la domanda: che cosa si pretende da loro? Il dott. Pasquale si è affrettato a negare, nel modo più assoluto, che si chiedano a loro atteggiamenti contrari alla legge. Il sagace intervento del titolare del ristorante Mosè ha reso evidente ciò che non poteva essere detto “Ma allora cosa stiamo qui a fare?” Lo sgomento generale è stato interrotto dal presidente dei commercianti che, più pronto degli altri, ha risposto con parole che volevano dire: Siamo qui per incoraggiare l’impresa a ritirare l’autorizzazione ed iniziare i lavori. Nessuno, a quel punto, è riuscito a capire se la situazione richiedeva di terminare esplodendo in una fragorosa risata o scrollando la testa, affranti. Ma si era mai sentita una cosa del genere? Ottieni l’autorizzazione a costruire, che hai tanto sperato di avere, e per un anno aspetti di essere incoraggiato da tutto il paese a ritirarla in Comune per iniziare i lavori? Non sarà mica che si cerchi qualcuno a cui dare la colpa per qualcosa che non va per il verso giusto?
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