Le edificazioni in cooperativa a Celle non hanno eguale nei Comuni del comprensorio e della Provincia e, riteniamo, dell’intera Liguria!
Scempio
Un massiccio progetto pregiudizialmente pensato ed attuato con il benevolo consenso, e concorso, dell’Autorità Comunale. La quale, con visioni estranee al mercato ed alla competizione in concorrenza, ha predisposto edificazioni ad impianto urbanistico a tavolino, garantendo ad una parte (le cooperative affidatarie dei vari lotti) gli opportuni piani autorizzativi ed imponendo all’altra (il paese, i cellesi e la comunità) lo scempioche abbiamo sott’occhi, incancellabile e invalutabile!
Speculazione
Non un’evoluzione di offerta secondo domanda, in ambito di mercato e pure per i prezzi di acquisizione delle singole unità abitative. Evoluzione foriera di non imprevedibili singole speculazioni (acquisti a 80 Mln di lire, rivendite a oltre 200.000 euro, e ritorni ai paesi d’origine: tié!).
Offerta di ben poco spontanea insorgenza, anch’essa pressoché imposta, con ricerca di aderenti su piazze oltre il contesto locale e pure comprensoriale. Tutto questo, per di più, fuori da qualsiasi senso estetico e concetto architettonico di ligurità: ‘biscioni’ e casermoni, in piena vista: Cassisi, da Via Biestri a…Cellegrad con inevitabile degrado di territorio, conseguenti alterazioni del paesaggio per una località turistico-ricettiva, con inevitabili ricadute su servizi, infrastrutture e riflessi d’ambito sociale, di cui vediamo ora le conseguenze, già apicali, e che peggioreranno.
Case uguale turismo?
Impatto negativo: Celle pressoché rovinata nei quarant’anni di amministrazioni nel segno di ‘Z’, per quello che s’intende nel ‘fare turismo,’ sempre primario impegno e scopo di qualsiasi amministratore (come pure una delle prerogative del candidato sindaco Remo, ancora e sempre, Zunino).
Perché proprio Celle?
Dov’erano, e quali le tensioni abitative in questa nostra piccola e tranquilla località?
Chi ha voluto questo scempio?
Carlo Romano, Consigliere Comunale dal 2004 al 2013 e Presidente storico della ‘Cooperativa urbanistica residenziale’, che si bea di ‘aver costruito in dieci anni oltre un centinaio di alloggi’. E, rimbeccato, si difende controbattendo che ‘Nessuno criticò il progetto quando venne inserito nel PUC’(Il Secolo XIX, 14.1.2016).
Ma il punto non è quello, bensì: per quale motivo lui, Consigliere e la Giunta – con entrambi gli Zunino Sindaci, Renato e Remo – hanno inserito tale progetto nel PUC! Cui prodest?
Bella domanda, alla quale vorremmo risposta dai tre Signori, uno addirittura oggi ricandidato, che come prima cosa ha detto ‘Basta cemento’. Adesso!
Ascesa e discesa
Vedano, e con loro i Lettori, nel prospetto a fine articolo l’andamento demografico del nostro Comune: la minima crescita, fisiologica, dagli anni ’60 con l’inizio, più o meno in tutt’Italia, del cosiddetto e noto ‘boom edilizio’; poi il forte incremento, a Celle, da fine anni ’70, per far superare la soglia dei 5000 abitanti e far scattare l’applicazione della Legge sull’Equo Canone “(27/7/1978 n. 392). Da allora, poco prima (dal 1975, prima nomina a Sindaco di Renato Zunino), la corsa al cemento cooperativistico malgrado le forti critiche a quello precedente, privato (Barlettina, Via Lanza, Villaggio degli Ulivi,… giardini rispetto al massiccio di Cellegrad!), e superamento della suddetta soglia: precisamente nell’anno 1987con 5.037 abitanti e scollinamento dal precedente 1986 che ne contava 4.933.
Escalation, con le innumerevoli ‘prime pietre’ posate da cooperative edilizie sino a far raggiungere il picco di 5.470 residenti del 2006, con Carlo Romano sempre presidente e tutt’ora per il Condominio ‘là dove c’erano gli ulivi’, del quale non si sa quanti cellesi facciano parte, cioè cooperativizzatisi. Verremo a saperlo e lo pubblicheremo (fino a pochi mesi fa, l’abbiamo già scritto, l’intero immobile non risultava accatastato).
Ma dopo tanta salita, ecco la discesa, pressoché a precipizio, con perdita di 346 unità dall’1/1/2007 ad oggi, con 5.124 abitanti al 1° marzo! Fatto molto preoccupante di cui si dovrebbero avere spiegazione da parte dei diretti responsabili. Per Celle, anche se il fenomeno investe in generale tante località di mare e pure di montagna, ma qui i motivi, specifici e particolari, li abbiamo esposti, con i colpevoli che li hanno volontaria- mente prodotti.
Equazione
Ma non basta pensare che 346 persone se ne siano andate per fatti loro! V’è l’osservazione della grave situazione che ci porta all’equazione del titolo: cooperative edilizie uguale seconde case. Che è questa: considerato che la composizione famigliare media, pure per Celle, è di poco meno di due individui, significa e risulta che i 346 che hanno portato via la residenza, virtualmente hanno liberato più di 170 alloggi: vuoti o seconde Cvd.
Caduta di mercato – Esodi
ancora. Tutta questa disponibilità fa aumentare l’offerta, con conseguente riduzione di valore patrimoniale degli immobili dell’intera area comunale. Chi ha pagato il mattone 10 se lo trova in mano a meno di 5! Se poi arriveranno sul mercato i 200/300 appartamenti di Colonie Bergamasce e Milanesi, la frittata sarà totale (ammesso che “vengano edificati e quando…!).
Si vedano i valori della Borsa Immobiliare dell’Agenzia del Territorio (ex Catasto) di Savona per tutta la provincia, dove a Celle, fascia piana e collinare oltre la Via Aurelia, il mq. è dato a 2.300/2.500 € media, per il nuovo (che non ve n’è) e 2.000 €usato (che c’è tutto quello che si vuole ma zero richieste); per aree più arretrate, se non costruzioni di pregio, c’è il precipizio. Mercato piatto, a Celle e dappertutto! [N.d.r. Data 31.3.2019, in provincia di Savona, vi sono 43.128 immobili(proposti) in vendita, prezzo medio 2.650 € mq.; senza prezzo i pezzi buoni: così l’ex Albergo Pescetto a 10.000 € mq. il semiattico? E l’attico a quanto? Ma siamo mica a New York…?].
Mercato, oltre che piatto, saltato: con una preoccupante inversione di ruoli, specie per chi ha necessità di vendere, dove il prezzo lo fa chi compra! Ciò malgrado, proliferano le agenzie immobiliari: ben 12 come pubblicizzato dal Comune stesso.
Giù il prezzo di immobili, giù quello di affitti, annuali e stagionali, e sù le chiusure di negozi ed esercizi vari. Impoverimento generale!
Ecco spiegato l’esodo da Celle!
Disaffezione
Situazione che spiega pure la conseguente disaffezione dei Cellesi a comunicare, a dialogare, a
partecipare, a riconoscersi nel loro paese e nella loro comunità, con la perdita del senso di appartenenza, l’Heimgeist, per l’eterogenea consistente forzata iniezione di soggetti nel nostro tessuto sociale e culturale, di altre estrazioni etniche, man mano cooperativizzati (pochi i cellesi):
tutte persone eccellenti e ben accolte, ci mancherebbe!
“Certo che l’esodo di abitanti (residenze fittizie per ragioni note…) non è solo di Celle, e pure il surplus di case, ma generale. Ma a noi sta a cuore il nostro paese e ci occupiamo di quello, venendoci però il groppo della mesta fine della corsa alla casa al mare e in montagna. Bolla illusoria di una generazione e mezza, e non solo per le case, le ‘seconde’. Era probabilmente finita per sempre e con rimedi di totale incognita, essendo imprevedibile un’inversione di tendenza, chissà quando e se mai ci sarà ancora, oltretutto con il persistente calo demografico. Con strascichi invalutabili nell’economia di tante località, stanti i tempi correnti, nazionali e globalizzati, e con problemi ancor più gravi per tante ‘prime’ case, leggendo di realtà drammatiche quando non tragiche!
Giovamenti
’Cui prodest?’, s’è detto più sopra, e ritornando alle cooperative.
Semplice e tutto congegnato: imprese-cooperative, di stesso ambito di quelle imprenditrici che via via hanno acquisito i terreni che il Comune ha destinato a tali realizzazioni nel PUC – e nessuno ha detto niente, come dice il Presidente Romano: ma maggioranza compatta, e opposizione sterilizzata! – entrambe costituite ad hoc. Oltre alle dette speculazioni…
Un gran bel servizio reso a Celle e ai compaesani: da compaesani!
Da andarsi a nascondere!
Conclusione
Ora i besughi, ai quali si rivolge il candidato Remo Zunino, sono informati e avvertiti! Se rifletteranno un tantino. Se leggeranno questo pezzo, de ‘a Civetta’, che a loro è sempre stata vietata: tabù!
Pirat da A Civetta