Onde evitare che si producano convinzioni sbagliate in merito all’esposto relativo alle ex Colonie e venga annullata una delle ragioni che mi spingono a farmi artefice di una nuova e diversa proposta politica, cerco di dare una risposta breve, ma esauriente, a quella che immagino diventi l’obiezione che verrà avanzata.
Il divieto di aumentare il volume degli edifici in questione, si dirà, sarebbe superato dalla nuova versione della legge LR n. 49/2009, denominata “Piano Casa”, come modificata dalla legge LR n. 29/2017, che consente la deroga al Piano Urbanistico Comunale (PUC).
Che il PUC possa essere derogato, però, non ci interessa proprio niente!
L’impedimento ad approvare i progetti della Colonia Bergamasca e della Colonia Milanese, difatti, viene dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico regionale (PTCP) che ha classificato quella zona come ID.CE.
La Regione ha deliberato, prima, che sono “compatibili con il vigente regime paesistico ID-CE (del PTCP – ndr) solamente interventi non eccedenti la ristrutturazione edilizia […]” e, successivamente, che la demolizione con ricostruzione avvenga “con la stessa volumetria esistente […] nel rispetto della sagoma dell’edificio preesistente[…] sullo stesso sedime dell’edificio preesistente”, perché così vuole il PTCP. [leggi]
L’obbligo di rispettare la normativa del PTCP, oltre che pacifica e non derogabile, è ribadita proprio dal Piano Casa che, all’art. 6, richiamato dall’art. 7, così recita: ““Gli interventi di cui al comma 1 sono assentibili […] in conformità alle previsioni del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico e dei Piani di Bacino […]”.
Chiaro, no?!
Non servono particolari competenze, basta saper leggere e capire la lingua italiana. Se c’è qualcosa di cui non ho tenuto conto, lo si dovrebbe obiettare, pubblicamente come ho fatto io.
Che il Piano Paesistico comportasse il vincolo di volume gli Amministratori cellesi lo sapevano; infatti, il Sindaco, nel consiglio comunale di approvazione del PUC, ha affermato: […] lasciamo invece che non comportino aumenti dei volumi esistenti (nella Zona Colonie – ndr) […] cioè i volumi rimangono che non si possono aumentare; tra l’altro in zona di conservazione non sarebbe possibile […]”.
Che l’applicazione del Piano Casa dovesse sottostare alle prescrizioni del PTCP, come riportato sopra, lo si doveva rilevare dalla sua facile lettura.
L’esposto da me presentato [leggi] ne dà esposizione più particolareggiata.
Gli Amministratori di maggioranza, che hanno approvato i progetti e le convenzioni, hanno l’interesse maggiore a capire quale sia la verità (posto che non lo sappiano già).
Ora ammettiamo per ipotesi e per un solo momento che quanto da me prospettato possa essere vero.
Nessuno, in Amministrazione, se ne era accorto? Nessuno aveva mai letto la legge del Piano Casa? Difficile crederlo, anche perché, alla richiesta di aumentare i volumi dell’ex Hotel Pescetto, l’Amministrazione ha dato risposta negativa, visto che il Piano Casa ne fa divieto nelle aree esondabili di Piano di Bacino. Se è stato letto questo divieto vuol dire che si è letto l’art. 6, citato prima, che fa riferimento anche al PTCP da rispettare.
Allora, ancora per ipotesi, se quanto scrivo fosse vero, se qualcuno sapeva e ha lasciato che il Consiglio e la Giunta approvassero, cosa ragionevolmente ci si dovrebbe aspettare da quegli Assessori e Consiglieri che davvero erano ignari? E non si dovrebbe pensare di loro che in verità sapevano e quindi sono responsabili, se quanto aspettato non si verificasse?
Luigi Bertoldi