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C’è la responsabilità la politica dietro il fallimento di Ata lo si intuisce dalle parole di Alessandro Garassini nell’intervista al SECOLOXIX

A. Garassini

L’intervista di Silvia Campese su Il Secolo XIX ad Alessandro Garassini, ex presidente di Ata dal 2016 al 2019, è particolarmente significativa. Nel suo racconto, Garassini ha evidenziato le sfide affrontate per evitare il fallimento dell’azienda. La sua gestione è stata segnata da ben sette processi giudiziari, tutti archiviati, ma che hanno lasciato in lui un profondo senso di amarezza a causa delle accuse ingiuste.
Le sue mezze risposte, come “non ho voglia di entrare nei dettagli” e “il dolore a cui è stata sottoposta la mia famiglia, sono cose che non si dimenticano”, lasciano intuire la forte pressione che Garassini ha dovuto sopportare nel tentativo di svolgere il suo lavoro. Questo sottolinea un dato di fatto che nessuno sembra aver affrontato a fondo: la responsabilità politica dietro la vicenda Ata.
La politica è stata la vera responsabile della crisi di Ata, e ciò che rende la situazione ancora più grave è che i protagonisti di questo fallimento, anziché pagare per i danni arrecati, stanno cercando di rientrare nell’attività pubblica. Questo silenzio istituzionale sulla responsabilità politica restano aspetti inquietanti dell’intera vicenda.
L’unica speranza per far emergere finalmente la verità sulle responsabilità politiche è contenuta in una dichiarazione di Garassini, che suona quasi come una promessa: “Quando sarà il momento ne parlerò in modo approfondito. Credo mi sia dovuto”. Queste parole fanno intuire che, quando sarà il tempo giusto, Garassini potrebbe (lo speriamo) finalmente raccontare in modo completo quanto accaduto, gettando luce su chi, dietro le quinte, ha contribuito alla crisi di Ata.

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