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Carissimo Giulio Save…

il progetto del biodigestore non puo’ essere trattato esclusivamente dal punto di vista tecnico, ma deve essere affrontato soprattutto dal punto di vista politico in quanto sara’ realizzato nelle arre ex Ferrania. Su tale sito sono state impegnate ingenti risorse pubbliche con un preciso obiettivo: il rilancio occupazionale ed industriale di un’area che rappresenta un bene primario per la valle Bormida e dalla quale dipende buona parte del suo futuro. Dal punto di vista strategico costruire nelle arre Ferrania un biodigestore a servizio di tutta la Provincia di Savona e delle Province limitrofe vuole dire vincolare la destinazione d’uso di tutta l’area ad attivita’ di trattamento dei rifiuti, molto redditizie per i proponenti ma con scarso impiego di manodopera; questa scelta non e’ inserita in nessun accordo di programma firmato a partire dall’inizio della crisi Ferrania. La proprieta’ Ferrania, in questo modo, dopo aver incassato decine di milioni di euro, ttramite finanziamenti pubblici per il rilancio occupazionale ed industriale del sito, non rispettera’ gli impegni presi al momento di rilevare le aree. Il futuro della della Val Bormida passa per la reindustrializzazione delle aree industriali dismesse a seguito della fase di ristrutturazione dell’industria chimica, le scelte che faremo oggi influenzeranno il futuro del nostro territorio per i prossimi decenni, per questo motivo e’ necessario un’analisi attenta delle scelte e dei progetti che si andranno ad insediare su tali siti; come cittadini possiamo e dobbiamo esprimere le nostre opinioni e le nostre proposte, prestando molta attenzione a non diventare lo strumento inconsapevole di chi non ha cura del futuro del nostro territorio, ma e’ mosso solamente da interessi legati esclusivamente a progetti di finanza speculativa. Cordiali saluti Giuseppe Boveri

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