Cari uominiliberi.eu….Mattia Zunino ci ha scritto

Mattia Zunino

Prendo “carta e penna” virtuali e chiedo la cortesia di pubblicare questa nota come risposta ad una serie di articoli dove vengo chiamato in causa su questo blog, non da ultimo quello titolato “Adesioni importanti al PD di Savona”.

Penso che la storia del congresso del Partito Democratico a Savona sia iniziata male: con una raccolta firme, fatta in gran segreto e senza il coraggio di esprimere le proprie posizioni (del tutto legittime) alla luce del sole, di fronte a un caffè, o sfruttando i diversi incontri svolti nei mesi passati. Non il miglior modo per avviare un confronto sereno.

È poi proseguita con l’uso reiterato di veline inviate a questo blog per provare a denigrare, protetti dall’anonimato, compagni di partito. E di questo ci si può incazzare, penso sia legittimo. Io lo trovo un comportamento assurdo: bruciare casa propria per far dispetto all’inquilino di fronte non è che sia poi un piano geniale, perché un partito è una casa comune e chi oggi appicca le fiamme domani potrebbe essere chiamato a pagare il conto dei danni. Ma fin qui si può pure anche provare a capire: ci sono purtroppo persone che pensano che la politica sia solo un gioco personale, fatto di amici e nemici e guerra per bande dove tutto è lecito, anche mentire. È un modo di fare politica che non mi appartiene, ma al quale devo riconoscere che, qualche volta, può anche portare risultati.

In questi ultimi giorni penso si sia passato il segno. Chi sceglie di basare su questi metodi la propria attività politica lo fa indiscriminatamente, contro tutto e tutti, mettendo in mezzo famiglie e vite personali. Adesso basta.

Il motivo di tutto questo? Il fatto di non aver mai nascosto opinioni positive rispetto a Stefano Martini, e al lavoro che la sua segreteria ha portato avanti in questi anni.

Perché qui sta il punto, è inutile girarci intorno: dietro una mail non firmata e quasi certamente falsa si nasconde, con grande probabilità, un mio compagno di partito! A lei/lui dico in grande tranquillità: abbi il coraggio delle tue idee e confrontiamoci pubblicamente!

Non ho mai nascosto le mie opinioni e non me ne vergogno affatto, per questo vorrei fare un po di chiarezza, anche qui, su quello che penso di questa vicenda. Martini ha dato larga parte del suo tempo libero degli ultimi quindici anni al Partito. Come segretario del movimento giovanile, come volontario al festival de L’Unità del prolungamento, come segretario del circolo di Andora, come coordinatore di una segreteria prima e come segretario dell’Unione comunale poi.

A Martini si contesterebbe un brutto carattere e una certa assenza. Rispetto al carattere tutto vero: Martini ha sempre avuto questo brutto vizio di dire quello che pensa senza tanti giri di parole. Una colpa imperdonabile in un partito che fa del cinismo e della menzogna una pratica sempre più diffusa. Sull’assenza preferisco tacere, perché chi conosce Stefano conosce anche la battaglia che ha combattuto in questi anni, e non riguarda la politica, ma la sua vita. E anche solo pensare di tirare in ballo questa storia e usarla quasi come accusa è un comportamento vigliacco che qualifica chi lo assume. E qui mi fermo.

Piaccia o no, questa nuova classe dirigente cittadina ha riportato il Partito Democratico al governo della città.

Martini ha legato il proprio mandato di segretario a un punto fermo: ‘non faremo primarie per scegliere il candidato sindaco’. E questo è stato detto molti mesi prima che il nome di Marco Russo iniziasse a farsi largo, era il dicembre del 2019 e alle elezioni mancavano ancora due anni e una pandemia nel mezzo. È stata una scelta sua e di un gruppo dirigente che si è assunto da subito la responsabilità di costruire una mediazione politica. Un fatto per nulla banale per un partito che ha scritto nel suo statuto che le primarie sono uno dei pilastri del suo modo di scegliere le candidature alle cariche monocratiche. Rispetto alla candidatura di Russo poi, non credo di svelare un segreto mettendo nero su bianco un fatto, e cioè che una parte del Pd aveva dubbi sulla sua candidatura. Cosa hanno fatto il Segretario Martini insieme con il suo gruppo dirigente? In mesi in cui, bene rinfrescarci anche qui la memoria, eravamo tutti chiusi in lockdown e ci si poteva vedere solo dietro uno schermo Martini -tra un ciclo di chemioterapia e l’altro- e i suoi si sono messi in mezzo tra chi aveva più dubbi sulla candidatura di Russo e chi la voleva ad ogni costo, hanno fatto riunioni su riunioni. In parole più semplici, hanno tenuto insieme cose che all’inizio non stavano insieme. Sia chiaro, all’attuale Sindaco di Savona e a chi, insieme con lui, ha lavorato alla costruzione della piattaforma civica del ‘Patto’ va riconosciuto il merito di un lavoro pazientissimo di tessitura di una rete di relazioni e rapporti che hanno permesso di allargare il campo mettendo al centro un’idea di città che ha costituito la base per un programma condiviso. Ma, in tutto questo, il gruppo dirigente del PD ha saputo ristabilire un clima di compattezza in un partito che si era frantumato con le primarie del 2016 e che ormai si parlava solo a botte di articoli sulla stampa locale. Le donne e gli uomini che hanno guidato il PD in questi anni hanno ricostruito una comunità che aveva cambiato tre capigruppo di minoranza e quasi sfiduciato il segretario uscente con dimissioni di massa dall’assemblea. Un lavoro silenzioso che non fa notizia, ma tutt’altro che scontato visto lo stato in cui versava il Partito Democratico quattro anni fa.

Oggi inizia formalmente il congresso del PD. E spero che nel dare questa notizia quella compagna o quel compagno che è solito aggiornare questo blog sulle nostre vicende mi perdonerà se per una volta gli rubo la scena.
Penso sia del tutto lecito avere opinioni diverse su una questione e penso sia altrettanto lecito, se non si trovano mediazioni, fare scelte diverse rispetto a un congresso. Il punto però qui è di metodo, cioè come si fanno le cose. Perché si possono fare scelte diverse nella massima serietà e serenità per poi ritrovarsi il minuto dopo; oppure avvelenare i pozzi.

Qui mi pare si sia scelta la seconda opzione: si è scelto di usare un metodo che non tiene conto del fatto che dall’altra parte di una mail anonima, che poi probabilmente sarà pubblicata, ci sono persone in carne e ossa con le loro vite. Un metodo che, se non contrastato, avrebbe come conseguenza quella di gettare nella spazzatura un clima sereno che la nostra comunità aveva ritrovato dopo tanti anni.

Per quello che mi riguarda affronto lo specchio di questa storia con grandissima tranquillità.

In queste settimane ho lavorato e provato a costruire le condizioni perché si potesse arrivare ad una soluzione unitaria e terza rispetto alle due alternative in campo. L’ho fatto pur non trovando per nulla solide e non condividendo le ragioni politiche che vorrebbero “asfaltare” una classe dirigente.

Ho voluto provarci perché ho rispetto di questo Partito, della sua storia e soprattutto delle donne e degli uomini che hanno scelto di dedicare parte delle loro vite militandoci dentro. Ho voluto provarci perché penso che al buon lavoro che la giunta guidata da Marco Russo sta portando

avanti serva un Partito più forte e coeso e non il ritorno ad un passato di sterili e personali liti interne.

Un tentativo -il mio- miseramente fallito, ma che ho tentato per evitare una frattura di cui non capivo il senso.

Purtroppo, la speranza di molti penso sia già crollata, perché quello che si è visto fino ad oggi ricorda molto il modo di fare politica che ci ha portato a perdere nel 2016 e per cui probabilmente non vale nemmeno la pena impegnarsi con una tessera in tasca.

Quindi ci apprestiamo a combattere una battaglia persa? No! Sono convinto ci siano ancora tanti militanti, tanti compagni, che quotidianamente portano avanti un valore comune e non un interesse personale. Forse sono meno rumorosi, sicuramente hanno uno Stile diverso. Ma state pur certi che in ogni circolo faremo sentire la nostra voce e sarà una voce chiara, di verità, che rivendica a testa alta un modo diverso del fare Politica.

I congressi si possono vincere o perdere, ma quando in gioco ci sono i Valori e la dignità delle persone non c’è più nessun compromesso possibile. E la nostra dignità non è in vendita.

Buona strada a tutte e tutti.

Mattia Zunino

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