Il nostro Presidente della Regione, il signor Bucci, è venuto a fare la solita passerella a Savona, questa volta per parlare dello stadio. Secondo lui, ogni città dovrebbe averne uno. Ma forse, prima di pensare agli stadi, dovrebbe rendersi conto che la priorità – oggi più che mai – è un’altra: la sanità.
Per rendere chiara la gravità della situazione, racconto un episodio accaduto solo pochi giorni fa all’ospedale San Paolo di Savona. Una signora, ricoverata in ginecologia e sottoposta a intervento chirurgico, è stata trasportata dalla palazzina ginecologica al blocco operatorio in ambulanza. Un tragitto che, a causa dell’organizzazione attuale, prevede l’uscita dall’edificio, il passaggio all’aperto e il successivo ingresso in un’altra struttura. Una volta terminato l’intervento, lo stesso percorso viene ripetuto in senso inverso.
Ma stavolta la paziente ha un catetere, una flebo, ed è in condizioni fragili. Eppure viene comunque trasportata attraverso spazi condivisi con altri utenti, ascensori compresi (purtroppo tutti prendono anche gli ascensori adibiti per le ambulanze) , dove la privacy e il rispetto della dignità personale vengono completamente ignorati. Una volta giunta al piano, deve affrontare l’ultima tratta: il passaggio all’aperto, sotto la pioggia, il sole o il vento, fino all’ambulanza che la riporterà in reparto.
Non si tratta di un caso isolato, ma della prassi quotidiana. Un’umiliazione silenziosa che si consuma ogni giorno, nel disinteresse della politica regionale.
Ecco, forse il Presidente Bucci dovrebbe riflettere su questo, prima di fantasticare su stadi e grandi eventi. Perché una città non ha bisogno di un campo da calcio se i suoi cittadini non hanno nemmeno un ospedale degno di questo nome.
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