La seduta del Consiglio regionale della Liguria, dedicata alla presentazione del programma di governo del presidente Marco Bucci, si è trasformata in un’arena di scontri e polemiche. Con toni accesi e accuse reciproche, il clima da campagna elettorale sembra non essersi ancora placato.
Bucci ha presentato un programma di 56 pagine per i prossimi cinque anni, puntando su sanità, infrastrutture, mobilità e autonomia regionale, con l’obiettivo di rendere la Liguria una regione a statuto speciale come il Friuli-Venezia Giulia. Tuttavia, l’opposizione ha criticato duramente il documento, definendolo “vago” e privo di novità, mentre Bucci ha ribattuto che il programma è coerente con quanto promesso agli elettori.
A innescare il primo scontro sono state le dimissioni di quattro consiglieri per far spazio a nuovi subentranti: un turnover definito dall’opposizione come “sdoppiamento di poltrone” a favore della maggioranza. Bucci ha risposto difendendo la scelta, sottolineando che tutti dovranno lavorare di più.
Le tensioni sono esplose durante il discorso di Bucci, interrotto da commenti dell’opposizione. L’ex ministro Andrea Orlando è stato bersaglio di un attacco diretto di Bucci, che ha definito le interruzioni una forma di “violenza” e un gesto irrispettoso. A sua volta, Orlando ha accusato Bucci di usare toni prepotenti, spingendo lo scontro fuori dall’aula, dove le polemiche sono continuate a distanza ravvicinata tra i due.
Nel merito, la sanità è stata uno dei temi centrali, con Bucci che ha promesso di ridurre le liste d’attesa e realizzare la 12ª Casa di Comunità entro l’anno. Tuttavia, l’opposizione ha definito i piani poco credibili, attaccando anche la proposta del termovalorizzatore, che Bucci ha menzionato senza specificare né tempi né luogo.
Tra accuse di “programma vuoto” e frecciate sull’atteggiamento di entrambe le parti, l’impressione è che il confronto resterà acceso anche nelle prossime sedute. Per ora, più che un governo orientato al futuro, sembra profilarsi un Consiglio bloccato dal muro contro muro.