Breve cronaca sulla seconda seduta

Seconda seduta dell’ inchiesta pubblica sulla variante
al progetto della piattaforma
Sala ex Coop affollatissima e un caldo asfissiante (il luogo non è certo adatto).
 Prima nota dolente, l’assenza di rappresentanti della Giunta Comunale Sindaco compreso, un vero e proprio schiaffo verso i tanti vadesi che hanno affrontato il caldo per informarsi sull’ennesima variante.
Inizia Franca Guelfi di Vivere Vado che fa la storia sintetica ma precisa di tutto l’iter del progetto dall’inizio fino a quest’ultima variante.
Poi Roberto Cuneo, come Italia Nostra, presenta il parere critico dell’Università di Genova.

L’ingegner Sirito espone le conseguenze della variante sulle spiagge, parla di “fattore ansa” creato dalla diga non perpendicolare alla costa.

Il presidente dei bagni Marini  Enrico Schiappapietra si dice molto preoccupato sull’erosione delle spiagge e chiede che vengano fatti continui monitoraggi di controllo.

Chi si sobbarcherà le spese di eventuali danni ed eventuali ripascimenti?

Il Dottor Merli di Maersk ha escluso ogni danno ma, in caso ci fossero, la Società è pronta a farsene carico.

Giovanni Daniele di Amare Vado fa l’elenco delle spese delle varie opere connesse alla Piattaforma e dimostra che i conti non tornano.

Prende poi la parola l’ingegnere progettista, risponde alle domande poste dai cittadini nella riunione precedente, annunciando, aiutato da alcune slide, che con la variante non cambia nulla, che tutto va bene: buona circolazione dell’acqua, nessuna erosione, nessun inquinamento, tutto è sotto controllo perfino la poseidonia è al sicuro. Sale la contestazione del pubblico e la Presidente minaccia di sospendere la seduta.

Dopo alcune repliche chiede di parlare il Comandante Antonio Gianetto che domanda a cosa serva la Piattaforma, elencando dati e notizie che confermerebbero l’inutilità del progetto e dei tanto conclamati alti fondali.

 Qui succede davvero un fatto sgradevole, il presidente dell’Autorità Portuale, pagato da noi come gli è stato fatto notare, sentendo i dati del comandante Gianetto si rivolge al suo vicino di posto e, bofonchiando qualcosa con un sorriso ironico, si batte più volte la tempia con un dito; lascio voi l’interpretazione del gesto. Il pubblico insorge, ma lui neanche chiede scusa.

Seguono altri brevi interventi in cui viene ripetutamente espresso il dubbio sull’utilità dell’inchiesta con l’impressione che sia sì una cosa dovuta, ma che poi non porterà a nulla.

 Tutto è rimandato all’ultimo incontro del 7 Luglio. 

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