Borghetto Santo Spirito

Sgomberata villa Fazzari da 20 anni discarica dei veleni
Finisce il maxi abuso nella cava di Borghetto
Gli eredi del proprietario sono già stati condannati
 

La villa abusiva della famiglia Fazzari che si trova all´interno dell´omonima cava di Borghetto Santo Spirito (trasformata negli anni ´80 in una discarica abusiva di rifiuti tossici), nei giorni scorsi è stata finalmente sgomberata dalle autorità ed entro la fine dell´anno sarà abbattuta dalle ruspe. Ci sono voluti quasi vent´anni, proprio come nel meridione infestato dalle mafie, ma nel ponente savonese, dove traffici illeciti e intrecci politico affaristici incrociano spesso le piste della criminalità organizzata, è stato demolito un simbolo dell´illegalità.

Se l´azione amministrativa intrapresa dal sindaco Santiago Vacca va giustamente sottolineata, è un dato di fatto che il clima in provincia di Savona sia cambiato grazie all´arrivo del nuovo procuratore Francantonio Granero, che ai reati contro la pubblica amministrazione e alla criminalità organizzata sta dedicando uomini ed impegno. E non va dimenticata l´opera di denuncia di associazioni come la Casa della Legalità.
La cava Fazzari fu oggetto, agli inizi degli anni ´90, di una maxi inchiesta che portò alla scoperta di migliaia di bidoni contenenti rifiuti tossico nocivi. Il processo, dopo la morte del principale imputato, Francesco Fazzari, portò alla sola condanna a quattro anni e mezzo (nel 2009, in secondo grado) per il figlio Filippo Fazzari che da anni si trova in Spagna. A lui lo Stato e gli enti locali stanno cercando anche di presentare il costo della bonifica milionaria. Ma l´inchiesta aveva anche consentito la scoperta di una casa completamente abusiva. Villetta che da allora, nonostante la palese e pluridenunciata illegalità, nessuno si era mai sognato di sgomberare e tanto meno di abbattere con una ruspa. E anche le iniziative di alcuni coraggiosi funzionari erano state isolate e frustrate nel totale disinteresse dell´epoca degli organi inquirenti.
Nella casa abitavano Rita Fazzari ed il marito Roberto Orlando e nell´area erano stati visti spesso anche la sorella Giulia Fazzari, ed il marito di lei Carmelo Gullace. Presenza ingombrante quest´ultima, visto che oltre a pesanti precedenti penali, anche recenti informative di reparti investigativi indicano Gullace come persona legata a famiglie calabresi referenti delle cosche in Liguria. Tra l´altro è all´esame della procura un episodio che riguarda lo stesso Gullace ed un volontario del Wwf di Savona. L´ambientalista sarebbe stato avvicinato da Gullace che lo avrebbe invitato ad interrompere la contestazione ad un progetto di discarica a Campochiesa cui era interessata la Samoter, società di Rita Fazzari.
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