Bonino e Renzi: Coerenza a intermittenza o strategia politica?

Ipocrisia o calcolo politico? La maschera della coerenza cade

Emma Bonino e Matteo Renzi si erano presentati come i paladini di un Terzo Polo “coraggioso” e “indispensabile” per l’Europa, ma i risultati delle ultime elezioni europee hanno mostrato tutta la fragilità di questa narrazione. E adesso, Bonino, che non ha mai temuto il giudizio altrui, accusa Renzi di incoerenza per voler tornare tra le fila del Partito Democratico. Ma cosa ci racconta questa accusa, se non un gioco di specchi che riflette l’incoerenza della stessa Bonino?

Le accuse di Bonino: Un attacco che ritorna al mittente
In una recente intervista su Il Foglio, Bonino non ha esitato a definire Renzi “coerente” con ironia tagliente, sottolineando l’incoerenza delle sue mosse politiche. Ma se Renzi ha cambiato bandiera più volte, cosa dire della stessa Bonino, che, sotto la bandiera della coerenza, ha stretto alleanze in più direzioni e con variabili fluttuanti? Dai tempi del suo impegno con Marco Pannella fino alla sua recente sconfitta alle europee, la sua coerenza sembra oscillare tra fedeltà a principi umanitari e compromessi tattici con ideologie che nulla hanno a che vedere con la visione originaria del Partito Radicale.

Il tradimento verso Israele e Pannella: Una coerenza di comodo
Un esempio lampante delle contraddizioni di Bonino è il suo rapporto con Israele e il modo in cui ha gestito l’eredità politica di Marco Pannella. Mentre Pannella non ha mai vacillato nel suo sostegno a Israele e alla sua lotta per la sopravvivenza in un Medio Oriente instabile, Bonino ha preso posizioni sempre più ambigue. Dai rapporti ambivalenti con i Fratelli Musulmani fino alla sua arrendevolezza durante una visita in Iran, quando indossò il velo, Bonino ha dimostrato una disponibilità a piegarsi a ragioni di realpolitik che tradiscono proprio quegli ideali di giustizia e diritti umani che dice di difendere. La sua recente dichiarazione contro la reazione di Israele agli attacchi del 7 ottobre è solo l’ultimo capitolo di questa incoerenza. Il suo tentativo di appellarsi ai radicali come erede di Pannella suona sempre più vuoto.

Renzi e Bonino: Due facce della stessa medaglia?
In fondo, l’accusa di Bonino a Renzi sembra un classico caso di proiezione. Entrambi i leader politici hanno costruito la loro carriera su un continuo oscillare tra idealismo e opportunismo. Renzi ha saltato da una coalizione all’altra, cercando ogni volta di trovare la propria “terza via”, ma Bonino non è stata da meno. Se Renzi cerca ora una nuova fortuna spostandosi più a sinistra, Bonino ha fatto lo stesso per anni, adattando la propria retorica e le proprie alleanze in base alla convenienza politica del momento.

Coerenza o cinismo politico?
La verità è che la coerenza, tanto sbandierata da entrambi, sembra essere merce rara. In un sistema politico in cui le alleanze si formano e si dissolvono con la stessa velocità con cui si cambiano opinioni su questioni cruciali come il conflitto israelo-palestinese, resta difficile credere che uno dei due possa davvero vantarsi di un’etica politica lineare e trasparente. Bonino, con la sua storica ambiguità sui temi del Medio Oriente e dei diritti umani, sembra essere caduta vittima del suo stesso gioco: un gioco di potere in cui la coerenza è sacrificata sull’altare del compromesso. Forse, invece di attaccare Renzi, farebbe bene a guardarsi allo specchio.

Tags: Bonino, Renzi, coerenza politica, Terzo Polo, Radicali, Pannella, Israele, Medio Oriente, elezioni europee, Partito Democratico

Antonio Rossello

Condividi

Lascia un commento