Secondo lavoce.info su un articolo del 7 maggio 2019 (LEGGI) la crisi dei cosiddetti corpi intermedi non accenna ad una inversione di tendenza. In particolare, l’emorragia di iscritti alla trimurti sindacale di CGIL, CISL e UIL continua ormai da almeno un quinquennio.
Secondo questo studio, la CGIL, a partire dal 2001 (5.351.359) ha registrato un incremento degli iscritti, raggiungendo il picco di tesserati nel 2012 (5.670.362), per poi invertire la tendenza e pervenire, nel 2017, a 5.197.013 tessere. Nel 2017 il bilancio per la CGIL sarebbe negativo per oltre 154mila tessere rispetto al 2001 e per 473mila tesserati rispetto al picco del 2012.
Andamento simile per la CISL con 4.177.467 iscritti nel 2001 raggiungendo il picco di 4.542.354 iscritti nel 2010 declinando nel 2017 a 4.040.823 associati. Nel periodo in esame il 2017 per la CISL registrerebbe circa 137mila iscritti in meno rispetto al 2001 e 501mila rispetto al 2010.
La più piccola UIL, che fornisce dati solo a partire dal 2015, registrerebbe fino al 2017 un incremento di 26.500 iscritti, incremento che però non risulta sufficiente a compensare il calo generale degli iscritti alle tre principali sigle sindacali.
Analoga valutazione sullo stato di salute del sindacato italiano l’avevamo già riportate in un precedente articolo (LEGGI). Concludevamo l’articolo con l’auspicio che ai lavoratori savonesi alle prese con ristrutturazioni, cessazioni e quanto altro più che parole servono i fatti.
Chiaramente tra i motivi della disaffezione dei lavoratori ad iscriversi ad un sindacato, o a diffidare del loro operato, non è trascurabile il fatto che in questi anni, a fronte di pesanti riduzioni dei diritti dei salariati, il sindacato non sia riuscito a fornire adeguati strumenti di lotta per contrastare queste pratiche, dovute tra l’altro ad una sempre più aspra lotta che i gruppi industriali e finanziari devono attuare per conquistare nuovi mercati e mantenere i profitti. A farne le spese i lavoratori rappresentati da personaggi non sempre adeguatamente preparati a svolgere le proprie funzioni, anche distratti dai più svariati interessi che poco hanno a che vedere con la funzione sindacale.
Se rivolgiamo ad esempio l’attenzione alla vertenza della Bombardier, la storica azienda di produzione di materiale rotabile con sede a Vado Ligure, ci accorgiamo che in questo ultimo anno di fatti positivi per i lavoratori apparentemente non ce ne sarebbero stati, visto il perdurare dello stato di incertezza.
La penuria di commesse perdura dal 2016, con massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali. Dall’ottobre 2018 i lavoratori di Bombardier per mantenere alta l’attenzione sulla loro vertenza hanno perso diverse giornate di salario in scioperi, ma al momento di cercare di capitalizzare qualche risultato, inspiegabilmente, le organizzazioni sindacali metalmeccaniche savonesi allentavano la tensione sospendendo le mobilitazioni. Più volte abbiamo portato l’attenzione su questa contraddizione (LEGGI).
L’ultimo annuncio di mobilitazione da parete delle organizzazioni sindacali risale allo scorso 17 giugno, dove è stata indetta la prima di otto ore di sciopero a fine turno. Ad oggi, continua a non essere chiaro se siano state effettuate le successive altre sette ore di mobilitazione, ne se sia stata fissata la data dell’incontro al Ministero dello sviluppo economico (LEGGI).
Ad oggi la vertenza di Bombardier con la presentazione, lo scorso maggio, del piano industriale del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane potenzialmente potrebbe trovare delle soluzioni. Nell’ambito di questo piano sono già stati assegnati a Hitachi Rail e Bombardier Transportation Italy 14 treni ad alta velocità Frecciarossa 1000, per un valore complessivo della commessa di 575milioni di euro. Commessa che secondo stime sindacali porterebbe due anni di lavoro (LEGGI).
Inoltre il piano elle ferrovie prevede altri locomotori della serie Traxx, che possono essere realizzati nello stabilimento di Vado Ligure di Bombardier. Un primo lotto di queste locomotive è in fase di ultimazione delle consegne, con il rischio che i lavoratori, terminate le consegne, rimangano senza carichi di lavoro.
Tra le commesse acquisite da Bombardier ci sono anche 7 treni per trasporto passeggeri (65,8milioni di €) già assegnati, lo scorso 7 maggio, dalla Provincia di Bolzano alla filiale italiana della multinazionale canadese (LEGGI).
A fronte del fatto che i clienti istituzionali abbiano favorito una soluzione alla penuria di carichi di lavoro dello stabilimento di Vado Ligure di Bombardier, l’azienda ad oggi non avrebbe ancora presentato un piano industriale alle istituzioni che più volte lo hanno sollecitato. Bombardier, pur essendogli stato richiesto ai tavoli istituzionali di non assumere alcuna iniziativa fintantoché non saranno fornite le risposte idonee a garantire la ripresa completa dell’attività produttiva, avrebbe disatteso le richieste, procedendo alla cessione dell’ingegneria propedeutica alla produzione alla società SEGULA Technologies Italia, con 83.340 euro di capitale sociale. Di fatto, in mancanza di adeguate garanzie o accordi di programma in sede istituzionale, potrebbe trattarsi di un licenziamento mascherato per gli ingegneri che hanno progettato rotabili come la E464, il Frecciarossa 1000 o laTraxx DC3 e chedovrebbero partecipare alla progettazione dei rotabili delle nuove commesse del Gruppo Ferrovie dello Stato e dalle sue controllate (Trenitalia – Mercitalia).
Tutti questi segnali da parte di Bombardier poco rispettosi verso i clienti istituzionali, non sono neppure un buon biglietto da visita in vista della gara, del valore di quasi 2,7miliardi di euro, per dei nuovi treni regionali pubblicata lo scorso 31 luglio da Trenitalia (LEGGI).
Tutte contraddizioni che i tranquilli sindacati metalmeccanici savonesi continuano a dimenticarsi di evidenziare.
Sulla vertenza di Bombardier era intervenuto in veste di vicepremier, ministro dello sviluppo economico e del lavoro Luigi Di Maio (5 Stelle) che, il 17 maggio, aveva visitato il sito produttivo di Bombardier durante il tour elettorale per le elezioni europee ed amministrative (VEDI). Di Maio, che dopo la crisi di ferragosto è approdato al Ministero degli esteri, aveva assunto l’impegno, tra l’altro, di iniziare un percorso affinché lo stabilimento Bombardier continui a rimanere un eccellenza del territorio con tutte le funzioni produttive presenti (produzione, progettazione, manutenzioni). Vedremo se se questi buoni propositi saranno ancora perseguiti dal nuovo ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli (5 Stelle).
Anche il segretario del PD Nicola Zingaretti pare essersi ricordato dei lavoratori e che l’Italia necessiti di politiche industriali ed occupazionali, che non siano solo assistenzialiste, e che valorizzino le eccellenze del nostro paese. In questo contesto Zingaretti, con il suo tour per l’Italia, lo scorso 8 luglio, aveva fatto tappa a Vado Ligure per visitare lo stabilimento Bombardier. Il tempo ci dirà se le politiche più pragmatiche del PD si concilieranno con quelle assistenzialiste dei 5 Stelle, con qualche beneficio per i lavoratori italiani alle prese con una nuova probabile recessione.
Altra problematica che interessa i lavoratori di Bombardier sono i ritardi per il riconoscimento dei benefici previdenziali per l’esposizione all’amianto nelle industrie ferroviarie, di cui avevamo riportato in un precedente articolo e di cui al momento non si avrebbe notizia di avanzamento della procedura di riconoscimento.
E’ notizia del 5 settembre del cambio ai vertici di Bombardier Transportation Italy (LEGGI) con la nomina di Franco Beretta a Presidente e Amministratore Delegato della società.
Se la vertenza di Bombardier continua a rimanere in sospeso, vuoi per le contraddizioni nelle varie compagini governative, oggi quella giallo-rossa (sbiadita), per il recente cambio ai vertici della società, per le molte distrazioni dell’estate savonese tra caldo, afa, immersioni, corsi da sub e di yoga, notti bianche del giovedì sera, talk show alle sagre a base di pansotti e buridda della variopinta galassia della sinistra, serate in musica, a cui i metalmeccanici savonesi non sanno rinunciare, anche con le sferzate d’autunno di questi ultimi giorni pare che l’encefalogramma dei sindacati metalmeccanici savonesi continui a rimanere piatto sulla calma estiva. Auguriamoci anche quello dei lavoratori.
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