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Blogger e querele

Libertà sotto querela
Larticolo… di Marco Preve sulle denunce e minacce di querele verso blogger e autori di siti web presenta aspetti davvero inquietanti. Da sempre la libera informazione è il perno su cui poggia non solo la democrazia, ma la libertà personale del singolo cittadino che spesso non è una diretta conseguenza della democrazia stessa. E’ ovviamente e doverosamente perseguibile chi diffama chiunque, ma l’impressione è che si stia radicalizzando un concetto secondo il quale occorre impaurire chi osa occuparsi della cosa pubblica ovviando ad un’informazione che sempre più appare prostrata a potentati economici e politici
La logica mafiosa delle tre scimmiette viene legittimata proprio dalla paura, questo non può diventare una costante anche nella società civile. Un blogger è spesso una persona che vive del suo lavoro, non ha alle spalle strutture mediatiche in grado di sorreggerlo, portarlo a pensare a possibili cause legali può indurlo a chiudere la sua attività di informazione. Il sistema in atto da anni che punta a criminalizzare magistrati definiti “comunisti” e altro solo perché svolgono il loro lavoro si sta allargando alla base, nel tentativo neppur troppo nascosto di appiattire le coscienze e impedire qualsiasi forma di libero pensiero. Questo è un ulteriore passo verso l’instaurazione di qualcosa che presenta caratteri fortemente preoccupanti. Già straziata da una campagna che nel nome della sicurezza riduce sempre più la capacità di discernimento dei cittadini, la libertà sta davvero correndo un pericolo mortale. La sensazione di una magistratura sotto assedio è sempre più forte, se questo attacco viene trasportato anche verso l’informazione ancora libera occorre davvero un’immediata mobilitazione di chi ancora crede che vivere non significhi genuflettersi davanti al potente di turno.
Questa è oramai una società globale a tre velocità: il potere, la base dei cittadini e quello che una volta si definiva sottoproletariato, oggi indicato comunemente come spazzatura per l’assenza di qualsiasi cuscinetto politico di difesa. La scomparsa delle forze di sinistra è stata il definitivo avviamento della guerra dei poveri, da sempre anticamera di periodi bui. Ma personaggi straordinari come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, giornalisti uccisi per le loro prese di posizione come Mauro De Mauro, Giuseppe Fava, Mario Francese, Mauro Rostagno, Beppe Alfano, Cosimo Cristina, Peppino Impastato, Giovanni Spampinato e tanti altri, hanno consegnato la loro vita a difesa della legalità e della libertà. Nel loro nome, nel loro ricordo, reagiamo subito, adesso. Non farlo, sarebbe come ucciderli un’altra volta.
Falco Savonese
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