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Azione Riformista

AGOSTO, POLITICA ITALIANA, VELENI E VECCHI MERLETTI
Curiosi ed anche avventati questi nostri politici: con la convizione, e sopratutto la presunzione, di essere in grado di poter orientare consensi verso l’uno o l’altro partito di riferimento.
Mettendo in atto alchimie stravaganti e ondivaghe ma poco comprensibili o non facilmente recepibili dall’elettorato.
Chissà mai (a riprova, i risultati ottenuti alle trascorse elezioni regionali) e per quale specifico motivo, elettori di consolidata tradizione storica democristiana, avrebbero dovuto comunque, ad esempio,  votare UDC posizionato indifferentemente a destra e a sinistra  secondo opportunità strategica, la cosidetta politica dei ‘due forni’: focaccia o crostata  ‘purchè se magna’.
Ora l’On. Casini si spinge ancor più oltre, pronosticando che l’attuale maggioranza, dopo la disfida e divorzio da Fini, è destinata a perdere ulteriori ‘numeri e colpi’ tanto da rendere inevitabile il ricorso anticipato alle urne, oppure compattare un Governo di transizione (?)  purchè non più presieduto da Berlusconi.
Noi (di “A.R.”, per intenderci) non possediamo la sfera di cristallo ma sovente ‘ci abbiamo azzeccato’ così come da testimonianza dell’archivio di “Uomini Lberi”.
E quindi ‘prevediamo’, a dispetto e malgrado’,  che l’On. Fini e il suo gruppo di 33 fuoriusciti (trentatrè come gli anni di Gesù Cristo:… occhio al Calvario) appoggierà l’attuale Governo fine al termine naturale della legislatura, non più ‘pesci in faccia’ contro Berlusconi ma solo leggeri frulli di farfalla tanto per non apparire in tutto e per tutto spalmato: che così conviene e altre strade sono impraticabili se non a rischio burrone.
Ugualmente dall’altra parte, ‘di là dal fiume e tra gli alberi’, non si intravvede un che di denominatore comune, d’inizio di una costruzione alternativa, ognuno eclissato nel proprio nebuloso divenire: nulla di nulla dal PD, dall’Italia dei Valori, Vendola & company.
Per non parlare di un ‘centro’ già affollato prima ancora di nascere, una rotonda inutile inserita in una pericolosa  tangenziale.
E una Lega che sorride, o par che sorrida, comunque a denti stretti, con un ‘federalismo’  sempre più in predicato e che si evidenzia come una foglia di fico a coprire un divenire improbabile e surreale.
Insomma, un modo di fare politica prettamente italiano,  un po’ ipocrita e un po’ ingarbugliato, in perenne dissidio con se stesso: ovviamente finchè dura, poi si vedrà.
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