L’INUTILE COSCIENZA “Non starò qui a cercare parole che non trovo, per dire cose vecchie con il vestito nuovo, per raccontare il vuoto che ho dentro…” così inizia una delle più belle canzoni di Francesco Guccini. |
Questo bisestile 2012 appena iniziato non si presenta di certo come un anno propriamente accattivante, le premesse sono incerte, nebulose, troppo stringenti alle nostre preoccupazioni, troppo lontane dalla serenità che vorremmo. Un anno come tutti gli altri, ovviamente, da consumare il proprio cammino giorno dopo giorno, a dare un senso al nostro vivere quotidiano, una speranza per un domani migliore, opportunità di nuove emozioni, nuovi amori, nuove amicizie, perché tutto ciò l’uomo ambisce per dare concretezza alla propria esistenza. Purtroppo non tutto è fattibile come si vorrebbe, sovente siamo sopraffatti dalla soverchieria e dall’arroganza di chi ci amministra, anche il libero dialogo spesso ci è precluso così come è mortificata la nostra volontà di partecipazione alla costruzione del bene comune: succede allora di ritrovarsi impotenti nel nostro agire e arbitrio, schiacciati dal peso insopportabile e spropositato imposto dalla cosiddetta società moderna, del correre e dell’affanno della superficialità e dall’apparenza fine a se stessa, del dover fare i conti con una coscienza inascoltata o peggio ancora considerata come un inutile orpello. |