L’ E C L I S S I
Essendo terminato questo fracido 2010, il dietro l’angolo 2011 non potrà che essere migliore in tutti i sensi e pur nelle peggiori delle previsioni: in quanto è vero che ‘al peggio non c’è mai fine’, ma il morituro sarà ricordato come ‘oltre il peggio’….
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Non vogliamo certo qui ripercorrere fatti e misfatti di una Italia smarrita: che su questi ‘amacord’ giornalisti e fattucchiere ci campano, a volte provocando anche danni non da poco e che comunque si commentano da soli: ma due cosette vogliamo scriverle, come sempre e sempre presuntuosamente ‘fuori dal coro’. Abbiamo letteralmente perso, buttato alle ortiche, un anno che avrebbe dovuto essere, se non in tutto, almeno in alcune cose essenziali, il fiore all’occhiello dell’Italian-correct : cioè di essere riusciti a contenere, arginare una crisi economica virulenta che ha scardinato Nazioni ben più posizionate della nostra, sarà stato il ‘solito stellone italiano’, a portare fortuna, sarà stata la ‘finanza creativa’ di Tremonti ma le cose sono andate così a dispetto e malgrado di avvoltoi ed iene. Certo è che se un’azienda si permettesse, per lusso o incoscienza, di accorciare il ciclo produttivo di due terzi in un anno, i risultati sarebbero disatrosi olre che gravemente colpevoli: è quello che ci siamo permessi, o meglio in tal modo hanno operato, i nostri politici nell’amministrare l’azienda Italia, tralasciando o peggio ancora ignorando problematiche importanti e soluzioni urgenti, per correre e sprecare tempo ‘dietro le gonnelle’ così come dicevano le nostre nonne, con escort e ‘chiavincelli’ in cerca di notorietà ad intralciare il buon senso e la morale, pubbliche case e scarse virtù in quel di Montecarlo, il ‘che fai, mi cacci?’ di Fini e conseguente debutto dell’ennesimo partito alla faccia del tanto declamato quanto pasticciato bipoliarismo (partito così detto dei ‘futuristi’, chissà perchè viene subito in mente e di riflesso il collegamento con lo straordinario movimento artistico passato, per l’appunto il Futurismo , con i suoi principali protagonisti Marinetti e ‘Balla’) , E poi il letargo, se non l’eclissi di Dalema e di Bersani, Di Pietro in chiaroscuro, gli intermittenti penitenti Veltroni e Franceschini, il Vendola novello Pier Capponi con il suo ‘se suonate le trombe noi suoneremo le campane’: tanto per guardare alla sponda della sinistra, imbalsamata ed ingarbugliata , ammesso che così ancora possa identificarsi. Mentre nella sponda destra ci si affanna ad ingaggiare ‘mozzi e corsari’, un’ultima e disperata ‘ciurma’ nel tentativo di far salpare una nave ormai ingovernabile, con il faro di riferimento spento e il porto irraggiungibile. E come diceva Pirandello, ‘così è se vi pare’: ognuno commenti o interpreti come vuole, magari con un occhio ai figli e nipoti che non sarebbe male. E come per ogni tradizione che si rispetti questo 2011 ha già iniziato con i fuochi artificiali, non propriamente tanto bene augurali, con complotti veri o presunti con e senza mandanti, sedi di partito affumicate da petardi e tanto tanto freddo non solo in corpo ma anche e sopratutto nel cuore.
Gianni Gigliotti |