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Aurelia Bis: l’epopea infinita e l’ottimismo dell’assessore Rossello

C’è chi sogna di passare alla storia per ponti iconici o strade che uniscono terre lontane. Poi c’è l’assessore Rossello, che sta cercando di passare alla leggenda locale con un’Aurelia Bis che sembra più un sequel infinito di una saga cinematografica che un’infrastruttura stradale.

La notizia di oggi? Comune e Anas sono finalmente d’accordo sul tracciato del secondo lotto: sarà tutto in galleria e più a monte. Una scelta epocale, sicuramente, ma che pone una domanda esistenziale: in quanti lotti si potrà spezzettare una strada prima che diventi un’opera mitologica, tipo l’Arca di Noè o Atlantide?
Hanno studiato, discusso e deciso: niente più tracciati che sfiorano i centri abitati, ma una galleria talmente in profondità che potrebbe trovare giacimenti di petrolio.

L’assessore Rossello si è affrettato a sottolineare che il Comune non intende ripetere gli errori del primo lotto. Ma se le premesse sono queste, forse il miglior piano per evitare i disagi sarebbe quello di non iniziare mai il cantiere. Tanto, con la velocità di esecuzione che caratterizza l’Aurelia Bis, la strada sarà pronta per le Olimpiadi… ma non quelle di Milano-Cortina, forse quelle del 2100.
Rossello, con il suo consueto ottimismo, ha ricordato che il primo lotto è bloccato per colpa dell’appaltatore in crisi. “Metteremo in atto tutte le azioni utili a far ripartire il cantiere”, ha dichiarato. Chissà se “azioni utili” include anche una danza propiziatoria o il sacrificio simbolico di una pala meccanica.
Non è chiaro se il secondo lotto verrà mai completato o se diventerà un laboratorio per archeologi del futuro. Però, una cosa è certa: sarà più lungo, più profondo e, almeno nelle intenzioni, più “indolore” per i cittadini. Certo, quando si parla di gallerie scavate sotto i monti, la parola “indolore” suona un po’ come definire un vulcano in eruzione “moderatamente vivace”.

Nella Savona dei grandi cantieri e delle eterne promesse, alla fine, quello che emerge è un quadro quasi poetico: una città che continua a sognare grandi opere mentre i suoi cittadini imparano l’arte della pazienza. E mentre Rossello esorta tutti a guardare al futuro con speranza, forse bisognerebbe anche guardare al passato con un po’ di autoironia. Perché se c’è una cosa che Savona sa fare, è trasformare una strada in un’epopea.

E ora, cari savonesi, munitevi di un buon libro: la storia dell’Aurelia Bis è lungi dall’essere terminata. Ma, almeno, potete consolarvi con una certezza: ogni cantiere bloccato è un’opportunità per riflettere sulla bellezza della lentezza… o per imparare a usare Google Maps in modo creativo

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