Non è garantita la bontà delle mie deduzioni e rischio pure l’incriminazione per blasfemia, ma non ho scelta.
Delle due l’una: o il Padreterno si è avventurato a creare un pianeta senza sapere come renderlo funzionante; oppure, (come penso io) ha dovuto suo malgrado riempirlo di problemi e di catastrofi per evitare che gli umani, creati a sua immagine e somiglianza, ma pur sempre “umani”: in assenza di problemi da risolvere, diventassero stupidi e oltre.
Ma ahinoi, il progetto divino “umani sempre più intelligenti”, indotti dalla natura a cancellare i problemi con le soluzioni”, si è rivelato fallimentare alla grande.
Manca solo che il Padreterno debba appaiare personalmente “soluzioni e problemi” come i calzini all’uscita dalla lavatrice, per evitare che noi umani stupidi o matti da legare, si affronti persino il problema zanzare a cannonate.
I sistemi socio politico economici messi in piedi dai singoli Stati, emulano la Creazione Divina aggiungendo problemi a problemi. E pure Dio non ci ha assicurato una fornitura di problemi per fare profitti moltiplicandoli, ma per moltiplicarci i neuroni tentando di risolverli.
Nel Creato, l’acqua evapora “democraticamente” su ogni centimetro quadro del pianeta, ma la pioggia non bagna ovunque. Dove non piove, vivi o morti, dobbiamo portare l’acqua per conservare vivibile il territorio. Viceversa, seccano uomini animali e cose. Và a fuoco tutto, e poi senza acqua, addio soluzioni ecocompatibili.
Il fuoco spinto dal vento avanza inesorabile e può mangiarsi un intero stato o un intero continente senza fare indigestione. Dove manca l’acqua è desertificazione, catastrofe annunciata: morte garantita prima per gli animali, poi per le piante, poi per gli uomini.
E il problema denaro, che è alla base di qualunque sistema Stato, andrebbe governato con la stessa logica del problema acqua. Perché dove manca il denaro è default: è rogo finanziario assassino.
Al pari dell’acqua, comprando e pagando, il denaro evapora dalle tasche dei consumatori su tutto il pianeta.
Ma poi non rientra mai nelle stesse tasche da cui è uscito.
La ricchezza evaporata si converte in “nuvole” di profitti che corrono a svuotarsi e a seppellire di contanti banche e multinazionali.
Da lì dovrebbero ripartire gli “acquedotti della perequazione”, per bagnare le zone dove il denaro è uscito a colpi di tassi, tasse, disservizi pubblici e inflazione, ma non è rientrato.
Perché nelle zone afflitte da “siccità”, (da carenza di salari, servizi, profitti da lavoro autonomo e giustizia sociale di tutte le razze) poi è inevitabile che si sviluppino “incendi sociali”: disoccupazione, fallimenti, corruzione, burocrazia, mafia, criminalità, terrorismo, guerra civile, Ecc. Ecc. Ecc .
Basta seguire le previsioni meteo e si capisce che tutti i problemi dell’umanità sono consequenziali al naturale problema acqua, a cui, governando da strozzini a livello planetario, si aggiunge il problema denaro, che invece dovrebbe essere la soluzione geniale e tempestiva.
Negli ultimi giorni il maltempo ha flagellato il Sud soprattutto Sicilia, Sardegna e Calabria tra alluvioni e bombe d’acqua.
L’acqua serviva a nord dove il Po era a secco, serviva alla Francia che bruciava da giorni e poi s’è aggiunta anche la Spagna; ma il Padreterno l’ha spedita nel sud Italia dove non serviva. E quando l’ha riportata a nord, a colpi di nubifragi e trombe d’aria ha prodotto devastazioni per miliardi.
Col denaro, in mano a governanti incapaci o corrotti, servi di industriali e banchieri succede altrettanto.
Almeno da un secolo, il sud Italia ha bisogno di risorse finanziarie, perché il denaro evapora ovunque come costo, ma come ricavo piove solo al nord.
È come se Dio ci dicesse, dove io non porto l’acqua, portatela se ci tenete a vivere. E col denaro fate altrettanto. Correte a portarlo dove è evaporato e non è piovuto; altrimenti il sistema socio politico economico locale, nazionale o mondiale va a fuoco. E poi i “canadair” istituzionali: Draghi, Biden, Putin o Xi Jinping, la BCE e tutte le banche mondiali in fila indiana, non basteranno a spegnere il rogo ingovernabile della Prima Guerra Economico Finanziaria Mondiale in atto, e peggio ancora, il diluvio di default che malauguratamente potrebbero seguire.
Charles de Gaulle diceva che:
“La politica è una faccenda troppo seria per essere lasciata ai politici.”
Infatti Putin, sul fronte ucraino, lo ha preso in parola e la politica l’ha delegata ai Generali.
E nel mercato globale le sanzioni e contro sanzioni ammazza poveri e salva ricchi le stanno sparando a raffica gli “scolaretti” politici, sotto dettatura dei “prof”: banchieri e industriali; giusto per scatenare la peggiore apocalisse inflattiva degli ultimi tre quarti di secolo. Una forma raffinatissima e legalissima di assalto alla diligenza.
E ora, che Dio ce la mandi buona!
Franco Luceri