Astensionismo dilagante: in Emilia Romagna meno della metà degli elettori vota, crollano centro-sinistra e centro-destra”

L’analisi dei dati elettorali dell’Emilia Romagna tra il 2020 e il 2024 evidenzia un fenomeno preoccupante, che riguarda non solo la diminuzione del consenso per le principali coalizioni ma soprattutto il crollo della partecipazione elettorale. Se consideriamo i votanti reali, il quadro appare ancora più drammatico.

2020: Elezioni Emilia Romagna
Aventi diritto: 3.508.179
Partecipazione: 69-70% (stimando il totale dei votanti)
Centro-Sinistra : 1.195.819 voti, 34,09% degli aventi diritto
Centro-Destra : 1.014.654 voti, 28,92% degli aventi diritto
Nel 2020, nonostante l’affluenza già in calo rispetto agli anni precedenti, il centro-sinistra e il centro-destra raccolgono un numero significativo di voti, mantenendo un rapporto quasi paritario rispetto agli aventi diritto al voto.

2024: Elezioni Emilia Romagna
Aventi diritto: 3.576.451
Centro-Sinistra (CS): 922.150 voti, 25,78% degli aventi diritto
Centro-Destra (CD): 650.935 voti, 18,20% degli aventi diritto
Partecipazione: Se sommiamo le schede bianche, nulle e gli astenuti, emerge che solo il 45,42% degli aventi diritto ha espresso un voto valido.
Calo drammatico del voto valido:
Nel 2024, meno della metà degli aventi diritto ha partecipato al voto in maniera attiva e valida (45,42%). Ciò significa che la legittimazione degli eletti si riduce significativamente rispetto al passato.
Flessione per il centro-sinistra:
Il centro-sinistra passa dal 34,09% al 25,78% degli aventi diritto, perdendo oltre 270.000 voti assoluti rispetto al 2020. Questo crollo riflette probabilmente una difficoltà a mobilitare l’elettorato tradizionale, specie nei contesti urbani e giovanili.
Crollo del centro-destra:
Il centro-destra registra un calo ancora più marcato, passando dal 28,92% al 18,20% degli aventi diritto, con una perdita di circa 364.000 voti assoluti. Ciò potrebbe indicare una disillusione anche in questa area politica, che non è riuscita a beneficiare della riduzione del consenso per il centro-sinistra.
Il dato più significativo è che la maggioranza relativa degli elettori ha scelto di non partecipare o di annullare la propria scheda. Questo fa emergere l’astensionismo come fenomeno dominante, un chiaro segnale di crisi della rappresentanza politica.

Le cause dell’astensionismo:
– Disillusione verso i partiti tradizionali: La perdita di voti sia per il centro-sinistra che per il centro-destra potrebbe riflettere la mancanza di una proposta politica convincente, soprattutto in un contesto di crisi economica e sociale
–  Il calo dell’affluenza potrebbe essere legato a fattori strutturali, come la crescente sfiducia verso le istituzioni, il disinteresse dei giovani e l’assenza di campagne elettorali mobilitanti.
– Effetto locale: Le dinamiche regionali, come la percezione di inefficienza amministrativa o la crisi di leadership locale, potrebbero aver aggravato la situazione.

L’analisi dei votanti anziché degli aventi diritto restituisce un’immagine cruda: il calo della partecipazione e il crescente disinteresse verso i partiti tradizionali rischiano di minare la democrazia rappresentativa. Le coalizioni, già in crisi di consenso, sembrano incapaci di rispondere a questa sfida, lasciando un vuoto politico che potrebbe essere colmato da nuove forze o, più probabilmente, da un’ulteriore frammentazione dell’elettorato.

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