Osservazioni sul documento recentemente
“emesso dalle ciminiere” dell’Assocarboni
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Ammesso che le “emissioni”, pardon, le cifre di tale… documento… corrispondano a verità, ci sarebbe da compiacersi che “solo” il 12% dell’energia prodotta in Italia derivi dal carbone, contro una media del 41% delle altre nazioni (francamente mi pare una percentuale troppo “gonfiata”, così come troppo misera mi appare la nostra). Un po’meno c’è però da rallegrarsi( questo l’Assocarboni non lo dice) sul fatto che una buona fetta di questo 12% appartenga alla regione Liguria. Concordo con l’affermazione che, dopo l’incidente nucleare giapponese, l’Italia, facendo retromarcia sul nucleare (si spera), senta il”bisogno”(purtroppo) di “adeguarsi” al resto del mondo, incrementando notevolmente (a partire da Vado L.) la produzione di energia ricavata dal carbone. Peccato però che nessun cenno venga fatto da tale documento “carbonifero”a proposito degli intenti dei paesi più industrializzati circa il loro futuro programma energetico: dalla Germania alla Cina, dagli U.S.A. allo stesso Giappone, si prospetta di abbandonare gradualmente il nucleare per sviluppare sempre più le energie rinnovabili…nessuno che parli di carbone. Peccato, poi, che si voglia spudoratamente sostenere lo scarso impatto ambientale di questo ottocentesco combustibile fossile (l’altro, il gas, è perlomeno del secolo scorso), grazie a fantomatiche progredite tecnologie, le quali in realtà potranno solo ridurre le polveri più grossolane, incrementando però quelle più sottili, assai più pericolose per la nostra salute. Ma a loro, alle varie Enel, Tirreno Power and company, che potrà mai fregare della salute degli Italiani? A loro importa solo la propria “salute economica”: infatti si parla di”ghiotta occasione” di importare ancora più carbone, con l’intento di aumentare ulteriormente i propri guadagni con l’uso di questo combustibile assai economico. Altra affermazione “assocarbonifera: ”Il carbone non ha mai provocato guerre, a differenza di petrolio e metano” Forse…ma le cifre dei morti in tutto il mondo collegati alla filiera del carbone, dalle numerose miniere dove si estrae ai vasti territori inquinati dalle centrali termoelettriche, sono cifre veramente degne di una guerra,anzi, di tante guerre sparse nel globo: dai minatori deceduti per asfissia o sepolti dal crollo delle miniere, ai cittadini che, per via delle polveri sottili emesse dalle centrali, muoiono improvvisamente o in breve tempo per infarti miocardici, ictus o emorragie cerebrali, fino a quelli che invece vanno incontro più lentamente e più dolorosamente alla morte contraendo varie tipologie di tumori. Insomma, se l’Italia davvero pensa davvero di puntare sempre più sul carbone, sappia anche che dovrà affrontare una spesa sanitaria, se possibile, ancora maggiore di quella attuale, mentre il bilancio economico verrà ulteriormente peggiorato dalle minori entrate provenienti da altri settori pure essi danneggiati dall’inquinamento, turismo e agricoltura in primis. Già, ma ad Enel e Tirreno Power anche questo non importa proprio un bel niente! Marco Caviglione |