Asili nido – Con una mano si da e con l’altra si toglie
Il contratto per il governo del cambiamento, stipulato dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega di Salvini Premier, per quanto riguarda le politiche per la famiglia e la natalità prevede che “è necessario rifinanziare gli Enti Locali dando priorità al welfare familiare (come ad esempio il sostegno per servizi di asilo nido in forma gratuita a favore delle famiglie italiane, le politiche per le donne, per gli anziani e la terza età, il sostegno alle periferie), in un’ottica di sinergia tra tutte le componenti dello Stato per raggiungere gli obiettivi di sviluppo economico di qualità e per far uscire il Paese dalla crisi economica. Occorre introdurre politiche efficaci per la famiglia, per consentire alle donne di conciliare i tempi della famiglia con quelli del lavoro, anche attraverso servizi e sostegni reddituali adeguati. Inoltre, è necessario prevedere: l’innalzamento dell’indennità di maternità, un premio economico a maternità conclusa per le donne che rientrano al lavoro e sgravi contributivi per le imprese che mantengono al lavoro le madri dopo la nascita dei figli. Occorre introdurre agevolazioni alle famiglie attraverso: rimborsi per asili nido e babysitter, fiscalità di vantaggio, tra cui “IVA a zero” per prodotti neonatali e per l’infanzia.” La regione Liguria a maggioranza leghista, su questo punto del programma del governo…
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sovranista di Salvini, è stata proattiva. In questi giorni, sugli spazi pubblicitari degli autobus di linea, è partita la campagna “Più sostegno alle mamme. La Regione Liguria aiuta le famiglie a pagare la retta dell’asilo nido.”
L’assessore ai servizi sociali del Comune di Savona a maggioranza leghista, Ileana Romagnoli, dichiara che “si tratta di un intervento della Regione molto importante, legato ad un finanziamento europeo, che punta sia all’inclusione sociale sia, appunto, alla conciliazione delle mamme con l’attività lavorativa.” Ileana Romagnoli
Per accedere ai benefici, oltre ai requisiti di reddito, è necessario che i bambini siano già iscritti al nido per l’anno scolastico 2018/19. (Il Secolo XIX 21 giugno 2018) Secondo un articolo pubblicato su La Stampa solo due giorni prima (LEGGI) “sono cinquantadue i bambini rimasti esclusi dagli asili nido comunali di Savona, circa il 30% del totale.” Le motivazioni di queste esclusioni sarebbero la carenza di personale per la gestione degli asili nido comunali, situazione che non si prevede vada a migliorare nei prossimi anni, visto l’avvicinarsi della pensione per un’altra decina di educatrici. Per fare fronte alle carenze di personale alcuni asili nido comunali sono stati affidati a gestioni esterne, ma tenuto conto dei pensionamenti attesi, i disagi per le famiglie saranno destinati ad aumentare nei prossimi anni. Secondo uno studio dell’ISTAT relativo agli anni 2013/14 , il servizio di asilo nido, richiede una spesa media annua per bambino iscritto di 7.923 euro (circa 6.300 a carico dei Comuni e 1.600 pagati dalle famiglie). Sempre secondo lo studio ISTAT, la spesa sostenuta dai Comuni è condizionata anche dalla tipologia della gestione dei servizi: per un nido comunale a gestione diretta i Comuni spendono mediamente in un anno 8.527 euro per ciascun bambino iscritto (più la quota a carico delle famiglie), se il nido è affidato a terzi si passa a 4.718, se il nido è privato e convenzionato a 3.252, mentre 1.296 è l’importo medio dei contributi generici alle famiglie. I minori costi per le amministrazioni comunali, nel passaggio alla gestione a terzi o a privati convenzionati, può anche essere messa in relazione ad un inquadramento professionale/retributivo del personale inferiore, nel passaggio dalla gestione pubblica a quella privata. I minori costi per le amministrazioni comunali si traducono in condizioni di lavoro peggiori per il personale. Per gli asili comunali la quota a carico delle famiglie è variabile a seconda della fascia di reddito ISEE di appartenenza. Per il comune di Savona sono previste sette fasce . Se per una famiglia la cui fascia ISEE di partecipazione alla spesa è bassa, si dovesse verificare anche la condizione di non vedersi assegnato un posto in un asilo comunale o convenzionato e dovesse quindi valutare la possibilità di ricorrere ad un asilo nido totalmente privato, sicuramente più costoso, non essendo previste rette sulla base delle fasce di reddito ISEE, il beneficio di poter accedere al contributo regionale sarebbe minimo se non nullo. Se da un lato i governi e le amministrazioni di destra nelle loro campagne elettorali annunciano misure a sostegno delle famiglie, anche con contributi in denaro per fare fronte alle spese per l’educazione dei figli, dall’altro lato favorendo, per motivi ideologici e di interessi, lo smantellamento dei servizi pubblici a vantaggio di quelli privati, non sempre più vantaggiosi per utenti e lavoratori, vanno ragionevolmente ad annullare i vantaggi di tali misure di sostegno. Con una mano si da e con l’altra si toglie. |