Savona – Un intervento a tratti amaro, lucido, con accenti polemici e punte di sarcasmo quello di Massimo Arecco (fdI), che in Commissione ha deciso di “rimettere i puntini sulle i” sul tema rifiuti. Il suo è stato un atto di accusa non tanto al piano in sé, quanto alla gestione attuale, al metodo e, soprattutto, alla memoria politica troppo corta.
“Stiamo vivendo oggi il disagio di vent’anni di ritardi. Solo con l’amministrazione Caprioglio si è iniziato a costruire una risposta strutturata. Prima? Una città gestita come nel Terzo Mondo — senza offesa per il Terzo Mondo.”
Il metodo di ieri, il caos di oggi
Arecco ha ricordato il lavoro condiviso della giunta Caprioglio, con l’assessore Montaldo e le continue commissioni con tutti i gruppi consiliari.
Si lavorava insieme, si accoglievano anche le proposte dell’opposizione. Il risultato fu un piano votato compatto da tutto il Consiglio. Oggi tutto questo è sparito. I consiglieri si sono disabituati a lavorare insieme, e si vede.”
Senza memoria politica non si governa
Con tono deciso, Arecco ha poi attaccato l’attuale amministrazione per aver rimosso — o peggio, ignorato — la storia recente.
“Non si può dire ‘partiamo dal 2020’. Bisogna partire dal 2012 almeno. E ricordare chi ha ridotto Savona al dissesto. Alcuni siedono oggi comodamente in Giunta come se nulla fosse. Avete già iniziato a raccontare che ‘per fortuna è arrivata la giunta Russo’. Ma la storia non si cancella.”
E aggiunge: “Chi ha provocato il fallimento di ATA non è mai stato chiamato a rispondere politicamente. Una scelta grave. Non vi siete voluti costituire parte civile. Questo pesa.”
“Il piano è migliorabile, ma non è scritto col sangue”
Arecco non ha difeso il piano rifiuti in modo ideologico: “Come tutti i piani, è perfettibile. Ma in quattro anni nessuno si è preoccupato di adeguarlo, correggerlo, accompagnarlo con un confronto serio.”
E ancora: “Oggi ci si trincera dietro l’alibi del bando: ‘è stato fatto così, non si può più cambiare’. Ma il bando non è scritto col sangue. In questi anni avete speso decine di migliaia di euro in consulenze legali. Uno in più per verificare i margini di manovra non avrebbe fatto male.”
Capitale della Cultura o capitale della rumenta?
Poi la stoccata politica:
“Avete preferito dedicarvi alla passerella elegante della Capitale della Cultura. Progetto importante, certo. Ma intanto la città annega nei problemi quotidiani. I rifiuti sono meno profumati, ma molto più urgenti.”
“Così si rischia il boomerang sociale”
Arecco ha infine messo in guardia da un rischio concreto: la perdita di fiducia dei cittadini.
“Se la gente percepisce l’amministrazione come un nemico e non come un alleato, allora smette di collaborare. E ci ritroveremo sacchi nei boschi, rumenta sulle spiagge, comportamenti incivili per ripicca. E sarà colpa nostra.”
Ha letto in chiusura alcuni dei messaggi ricevuti dai cittadini:
“Ho 65 anni e vivo da solo, come faccio a portare fuori il bidone?”
“Il marciapiede è largo un metro, dove lo metto il mastello?”
“Tira vento 360 giorni l’anno, mi vola tutto in strada.”
E ha concluso così:
“Sindaco, lo so che è tentato di risolvere tutto in fretta per arrivare tranquillo alle prossime elezioni. Ma si tolga i tappi dalle orecchie e ascolti davvero i Savonesi. Questo piano, così com’è, è un boomerang.”
La proposta? Tornare in Commissione con una soluzione condivisa, riportare le modifiche in Consiglio Comunale, con l’obiettivo di “rimettere in moto la macchina, ma con un nuovo navigatore”.