Area di crisi complessa – Piaggio e la difficile scelta dei candidati L’articolo della stampa del 29 gennaio 2018 pone nuovamente l’attenzione sulla vertenza della Piaggio Aerospace. Il nuovo fatto di rilievo sarebbe la notizia della nascita della società Piaggio Aviation, che si farebbe carico di acquisire il settore civile di Piaggio Aerospace, ossia il l’aereo bimotore P180 Evo. Per Piaggio Aviation si attenderebbe successivamente la formalizzazione di un’offerta |
per il passaggio di proprietà verso la società lussemburghese Pac Investment, società costituita con capitali cinesi. L’articolo della Stampa fa notare che questa decisione “alimenta nuove tensioni tra lavoratori e Rsu dello stabilimento di Villanova d’Albenga”. Forse i lavoratori di Piaggio ritengono la loro Rsu ed i tranquilli sindacati savonesi troppo accondiscendenti verso le decisioni dell’azienda? Tale decisione dell’azienda non parrebbe rispettare gli accordi precedentemente presi con i rappresentanti dei lavoratori di attendere l’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico. Secondo i sindacati savonesi il governo sarebbe distratto dalle battaglie sulle candidature elettorali. Fonti sindacali non ben identificate, probabilmente savonesi, visti i ripetuti riferimenti alla politica dichiarano «È indispensabile che la politica si faccia carico del caso Piaggio. Ora che ci sono candidati autorevoli anche in Riviera chiederemo un confronto con coloro che hanno deciso di scendere in campo per una poltrona a Montecitorio e a Palazzo Madama. La Piaggio ha una sua identità e quella va assolutamente salvaguardata». La politica è distratta dalle dinamiche elettorali, ma i sindacati savonesi sembra non possano fare a meno di ricercare appoggi nella politica per portare avanti le proprie gloriose e vittoriose battaglie. Anche la deputata uscente on. Anna Giacobbe (PD – ex CGIL) pare preoccupata «C’è stato un imprenditore straniero fino ad adesso più interessato alle questioni militari che a quelle industriali, economiche e politiche. Piaggio è un tema che merita assolutamente un approfondimento. Quando sento dire la parola scorporo mi sembra di sentir suonare un campanello d’allarme». Bisogna notare che di scorporo o spezzatino della Piaggio se ne sta parlando da diversi mesi. Inoltre “l’imprenditore straniero” è Mubadala Investment Company, il fondo di investimento sovrano dell’emirato arabo di Abu Dhabi. Forse l’on. Giacobbe non ricorda che in questi ultimi tempi nella regione del Medio Oriente sono presenti diverse fonti di instabilità politica che sfociano anche in scontri militari (es. guerra in Siria o Yemen), pertanto il fatto che l’imprenditore di riferimento di Piaggio sia interessato alle questioni militari, non è un fatto così strano. In fondo, per un investitore in sistemi di difesa, finché c’è guerra c’è speranza di fare lauti profitti. Su Piaggio l’attività parlamentare in questi ultimi anni è stata abbastanza intensa viste le numerose interrogazioni presentate da parte di tutti gli schieramenti politici, i risultati ottenuti da questi atti parlamentari alla luce dei fatti sono al momento abbastanza scarsi. Sul sito OpenParlamento si possono trovare interessanti informazioni. Giacobbe – Vazio I più attivi sono stati i due parlamentari savonesi del PD on. Anna Giacobbe ed on. Franco Vazio (avvocato – ex PSI) entrambi ricandidati. I due onorevoli PD hanno presentato ben 6 mozioni, di cui solo la 5/08426 si è conclusa in data 20 aprile 2016, in cui il Governo risponde tra l’altro “si conferma che in tale vicenda l’attenzione da parte del Governo è massima proprio al fine di garantire che l’azienda mantenga gli importanti impegni presi con le istituzioni” ed inoltre “ferma restando la costante e massima attenzione per la salvaguardia dei livelli occupazionali.” Una sola risposta su sei è un poco da parte del governo amico a guida PD, soprattutto per l’albenganese on. Franco Vazio che con la Piaggio gioca in casa, ma essendo capolista di certo i problemi dei lavoratori Piaggio non gli rovineranno il sonno. Per l’on. Giacobbe, a conti fatti, potendo contare sulla base delle migliaia di iscritti alla CGIL savonese, i vertici del PD gli hanno probabilmente riservato la tecnica della carota e bastone, piazzandola al secondo posto nelle liste bloccate del senato. L’opera di convincimento della base parrebbe già cominciata anche facendo ricorso a collaudate tecniche. Battelli – Mantero – Valente Per il Movimento 5 Stelle si conterebbero tre atti parlamentari su Piaggio, ma in queste interrogazioni bisogna riscontrare che tra i proponenti non figurerebbero i parlamentari savonesi Sergio Battelli, Matteo Mantero e Simone Valente a riscontro di un certo scollamento verso le problematiche del territorio savonese. I tre parlamentari 5 Stelle savonesi risultano essere capolista nei vari collegi plurinominali liguri, pertanto sono sicuri, che almeno per loro, per la durata della prossima legislatura, non saranno necessari ammortizzatori sociali. Il problema si presenterà successivamente se continuerà a valere la regola dei due mandati elettorali. La mozione portata a conclusione dai penta stellati è la 5/07985, anche in questo caso il Governo si impegna per la “costante e massima attenzione alla salvaguardia dei livelli occupazionali”. Per curiosità è da rilevare che tra i firmatari della mozione 5/07985, risulterebbe Azzurra Pia Maria Cancelleri, sorella del deputato regionale siciliano Giancarlo Cancelleri, anche i 5 Stelle non sembrerebbero immuni dal formare dinastie. Cassinelli – Minzolini – Berlusconi Per il centro destra è corso in soccorso, nel settembre 2017, il senatore genovese di Forza Italia avv. Roberto Cassinelli, subentrato nell’aprile 2017 al paracadutato e decaduto giornalista romano Augusto Minzolini (condannato in via definitiva per peculato ai danni della RAI), presentando un’interrogazione in cui viene tra l’altro richiesto “quali iniziative il Governo intenda assumere relativamente alla crisi occupazionale del territorio savonese”. Anche questa mozione risulta ancora pendente. Comunque il Cavaliere parrebbe ben disposto verso il professionista genovese, visto che lo ha inserito capolista nel collegio plurinominale per la Camera per Genova-La Spezia. I problemi dei lavoratori savonesi e della Piaggio non lo dovrebbero toccare più di tanto. Anche il candidato nel collegio savonese per la Camera dei Deputati del PD Gianluigi Granero (Presidente LegaCoop Liguria) interviene nella campagna elettorale. Riguardo all’appello lanciato di recente dall’unione Industriali sull’area di crisi complessa del savonese esprime la propria opinione “È un tema prioritario e ho bisogno di ragionare nel merito e impostare un po’di lavoro con l’Unione industriali. Credo e spero che il sistema istituzionale vada avanti a prescindere dalle elezioni: c’è una società incaricata dalla procedura, sarebbe gravissimo che il percorso si fermasse per naturali dinamiche elettorali. Un parlamentare del territorio deve fare anche questo: andare negli uffici ministeriali a rappresentare il territorio, a prescindere dalla propria appartenenza politica” (Il Secolo XIX 29 gennaio). Non sarà mica che il presidente della Lega Coop Liguria, da uomo del fare, muova qualche critica ai vari politici di professione per essere poco concreti. Ad esempio ai compagni di partito del PD per essere litigiosi e pensare solo alle proprie poltrone, ai 5 Stelle per la poca esperienza e presenza sul territorio. Sul fatto che l’economia savonese possa fondarsi solo sul turismo, Granero precisa che ciò non è possibile, non ci si può basare su un solo settore, non si può rinunciare alla presenza dell’industria, ma deve essere un’industria rispettosa dell’ambiente, inoltre “c’è bisogno di collegare le dinamiche di sviluppo nazionali e internazionali con quelle locali. L’esempio è la Piattaforma Maersk, dove ci sono anche i cinesi di Cosco: l’Italia entra nelle vie della seta tramite il porto di Vado.” Per Granero il rilancio dell’economia savonese può quindi avvenire con un maggiore inserimento in un contesto internazionale. Con il provincialismo espresso dalla classe politica, imprenditoriale e sindacale savonese e con le piccole aziende a conduzione familiare e cooperative decotte dalla crisi, nell’era della globalizzazione, si fa poca strada. Per i lavoratori la discesa in campo di un esponente del padronato della LegaCoop è certamente una sicurezza per un futuro di prosperità e meno precario. Il precedente dell’ex Presidente nazionale della LegaCoop Giuliano Poletti, Ministro del lavoro e delle politiche sociali nei governi PD presieduti da Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, ne è il caso più evidente. Poletti e la maggioranza di centrosinistra, che lo ha sostenuto, in pochi anni sono riusciti a riportare i diritti dei lavoratori indietro di decenni, obiettivo invidiato e mancato dagli esponenti di tutti i precedenti governi di centrodestra a guida Berlusconi. Il Job Act, le dichiarazioni sui giovani che hanno lasciato l’Italia, o quella che “nel lavoro si creano più opportunità giocando a calcetto che a spedire curricula” sono l’esempio della considerazione in cui sono tenuti i lavoratori da un esponente del padronato, anche se di matrice cooperativista di sinistra. Fiumi di inchiostro e parole da parte dei vari esponenti politici, ma per i lavoratori in affanno di Piaggio e più in generale savonesi l’unica certezza sembra essere la precarietà e le continue normative volte a diminuire il costo del lavoro. La Stampa del 1 febbraio 2018 titola “La crisi ha lasciato oltre tre milioni di lavoratori in nero”. Il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti dell’ex Presidente del Consiglio Renzi e del Ministro Poletti non era nato come strumento per combattere la precarietà? La provincia di Genova sembrerebbe essere invece inserita maggiormente in un contesto internazionale ne sono l’esempio i grandi gruppi internazionali insediati sul territorio genovese ad esempio Hitachi Rail (con l’acquisizione di Ansaldo STS), la Port Authority di Singapore con il terminal VTE di Genova Voltri. Altro esempio Ansaldo Energia che ha come socio al 40% Shanghai Electric. “Avvicinare sempre di più l’Italia e la Cina. È questo l’impegno personale assunto oggi dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che nel suo incontro a Pechino con il presidente della Repubblica Popolare cinese, Xi Jinping. Xi da parte sua ha garantito il suo impegno «per promuovere un rapporto bilaterale ancora più alto» tra i due paesi.” (Il sole 24 ore 22 febbraio 2017). A questa internazionalizzazione del sistema produttivo pare abbia fatto seguito anche quello dei rapporti sindacali, è da segnalare l’incontro tenutosi nel settembre 2017 tra la FIOM di Genova e la IG Metall tedesca dal titolo “Tecnici e produttori in Europa, esperienze a confronto”. Tra i più recenti esempi di internazionalizzazione del tessuto produttivo genovese vi è il possibile accordo tra ArcelorMittal e l’ILVA. A tale riguardo bisogna fare notare che le aree ILVA di Cornigliano sono sotto la tutela di un accordo di programma dal 2005, che prevede tra l’altro anche il mantenimento dei livelli occupazionali del sito. Accordo difeso dai lavoratori in anni di lotte a prescindere dai colori che le controparti politiche ed istituzionali avevano in quel momento. Gentiloni – Renzi – Calenda – Toti – Bucci L’attuale Governo a guida PD ha riconosciuto la validità di questo accordo, difeso anche dalla Regione Liguria e dal Comune di Genova tutti a guida centro destra. Calenda: «L’accordo va rispettato». (Il Secolo XIX 18 gennaio 2018) Anche per la Piaggio sembrerebbe esserci un accordo sottoscritto in sede ministeriale dall’allora Governo guidato da Matteo Renzi “Accordo del 10 giugno 2014”. Dai continui allarmi lanciati dai sindacati savonesi parrebbe che questo accordo non venga di fatto rispettato. Probabilmente per i sindacati savonesi, sempre alla ricerca di un paracadute nella politica, non risulta conveniente scontrarsi con il Governo, soprattutto se in questo governo ci sono amici ed amici di amici. Per i lavoratori e per i precari savonesi scegliere chi li potrà meglio rappresentare nel prossimo parlamento tra poco presenti, voltagabbana, incompetenti, maneggioni, paracadutati, inquisiti, trasformisti, cooperanti, mutuanti, imprenditori, avvocati, ex sindacalisti che votano il Job Act, sarà una dura prova. I provincialissimi sindacati savonesi, per garantire qualche poltrona ai politici amici e per paracadutare qualche ex, saranno sicuramente per i loro rappresentati una valida guida, auguriamoci che tutto ciò si traduca, per i lavoratori di Piaggio, nel rispetto dell’Accordo del 10 giugno 2014 una volta passate le elezioni.
ULTIMISSIMA del 2 febbraio
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