Site icon UOMINI LIBERI

Area di crisi complessa. La politica ha fallito?

Politici di tutti i colori alla manifestazione di Piaggio del 26 novembre 2018

Sulle pagine dei principali mezzi di informazione è tornato di attualità il tema dell’area di crisi complessa del savonese.

La richiesta di area di crisi complessa ebbe inizio, il 31 maggio 2016, con lo sciopero congiunto delle principali realtà industriali in crisi della provincia, Bombardier, Piaggio Aerospace e Tirreno Power. Allo sciopero, neanche da dirlo, fece da sfondo la passerella elettorale dei candidati a sindaco di Savona.

Ad oggi delle tre crisi industriali, nessuna ha avuto una soluzione definitiva. Gli impianti a carbone di Tirreno Power sono stati definitivamente chiusi e smantellati ed un processo penale per disastro ambientale è ancora in corso.

In tutte le crisi industriali è usuale per i sindacati savonesi invocare la politica, i benefici ottenuti sono ancora ignoti.

Ripamonti – Bruzzone

Lunedì 1° aprile si è tenuto in Prefettura un vertice con i senatori Paolo Ripamontie Francesco Bruzzone della Lega di Salvini per cercare di ridare slancio alla procedura dell’area di crisi complessa. Evidentemente il governo verde – giallo sempre alle prese con le dirette Facebook dei due vicepremier Salvini e Di Maio, non trova il tempo per dare risposta alle crisi industriali del paese.

Claudio Bosio, segretario della Cisl per Savona e Imperia, lancia l’allarme «La mancata soluzione delle grandi vertenze ancora aperte sul territorio (tra tutte Piaggio Aero e Bombardier) e la lentezza con la quale si sta sviluppando l’iter dell’area di crisi complessa rischiano di compromettere la tenuta economica, produttiva ed occupazionale dell’intera provincia.» (La Stampa Lunedì 1° aprile). Anche il sonnecchiante Bosio forse ha avuto un sussulto.

Berta (Unione Industriali) – Pasa (CGIL) – Mazziotta (Uil) – Bosio (CISL)

Interviene anche Andrea Pasa segretario generale della Cgil di Savona «Possiamo fare anche mille in contri per raccontarcela senza decidere oppure farne uno solo, purché si prendano finalmente decisioni operative. Invece sentiamo tante belle parole, ma, se si chiede quando, arrivano solo risposte vaghe» (Il Secolo XIX martedì 2 aprile). Più o meno quello che i sindacati savonesi fanno da anni con i lavoratori, mille assemblee, poche decisioni, nessuna strategia, tante vaghe parole giusto per cantarla un po’ ai lavoratori e somministrare le consuete dosi di bromuro.

Intanto del vertice di Bombardier che si doveva tenere un lunedì ed annunciato dalla La Stampa di giovedì 21 marzo 2019 pare non esservi nessuna traccia. Lunedì 25 marzo è passato ed anche lunedì primo aprile.

Mercoledì 3 aprile si svolgerà l’ennesimo sciopero di Piaggio Aerospace con manifestazione di fronte all’Unione Industriali di Savona. Anche per questa annosa vertenza, passati i mesi invernali in letargo, qualche audizione nelle varie commissioni parlamentari, ci si è accorti che di decisioni operative non se ne sono prese e con la primavera alle porte ecco il risveglio.

Dopo l’apparente fallimento della politica a risolvere le emergenze lavorative del savonese, il 3 aprile sarà il risveglio dei lavoratori savonesi?

Articoli correlati

Vado Ligure – Bombardier, silenzio assordante

Area di crisi complessa – Sindacato sei ancora vivo?

Vado Ligure – Bombardier, sindacato se ci sei batti un colpo!

Vado Ligure – Bombardier perde finanziamenti

Area di crisi complessa. Offensiva propagandistica di primavera

Elezioni e rilancio dei salari

Piaggio – Un po’ di fumo negli occhi?

 

Vado Ligure – Nuovi scossoni ai vertici di Bombardier

Un elenco di sconfitte

Bombardier cede il passo ad un centro commerciale …

Condividi