Bisogna constatare nuovamente che i lavoratori savonesi ed i loro tranquilli rappresentanti non godono di grandissima credibilità nei confronti della politica e delle istituzioni.
Martedì 13 novembre per la vertenza della Piaggio Aerospace si doveva avere una trasferta tra i corridoi ed i saloni ministeriali della capitale. Al Ministero dello Sviluppo Economico, il dicastero retto dal vicepremier e ministro Luigi Di Maio (Movimento 5 stelle), si sarebbe dovuto tenere un incontro tra sindacati, rappresentanti del MISE, Regione Liguria ed alcuni sindaci dei comuni del comprensorio, per discutere della possibile assegnazione della commessa del nuovo drone P.2HH.
L’ordinativo era stato già stato annunciato dal precedente governo (LEGGI), pertanto gli azionisti di Piaggio avevano provveduto, a fine 2017, ad un ennesima ricapitalizzazione della azienda, per scongiurarne il fallimento. Le solite sceneggiate napoletane del teatrino della politica italiana, rischiano di fare perdere la credibilità del paese nei confronti degli investitori stranieri, ma si sa qualcuno ha teorizzato la decrescita felice ed ora bisogna passare all’opera.
La mancata assegnazione di questa commessa, da parte del Ministero della Difesa, ora diretto dal ministro Elisabetta Trenta (Movimento 5 stelle), ha addirittura fatto ventilare la possibile messa in liquidazione della Piaggio da parte della proprietà. Senza la commessa per i droni per il Ministero della difesa, non si riuscirebbero ad ammortizzare i costi di sviluppo fin qui sostenuti per questa nuova tipologia di aeromobili a guida remota.
CDA Mubadala
Il fondo strategico degli Emirati Arabi Uniti, Mubadala Investment Company, azionista di riferimento di Piaggio Aerospace, non sarebbe ragionevolmente disposto a sostenere in proprio l’azienda italiana, in mancanza di commesse che garantiscano una remunerazione certa del capitale investito.
Piaggio Aerospace, pur non essendo più di proprietà italiana da diverso tempo, è comunque un’azienda nata sul finire del XIX secolo. Dal 1915 Piaggio produce velivoli con soluzioni innovative. Il limite di Piaggio è verosimilmente quello di non essere mai riuscita ad acquisire una dimensione che la renda in grado di competere con i grandi costruttori aeronautici di livello mondiale.
Tra i progetti e le produzioni di Piaggio, oltre ai droni, bisogna segnalare il velivolo pattugliatore MPA.
Di Maio – Conte – Salvini (foto Ansa)
Il nuovo governo giallo-verde presieduto dal prof. Giuseppe Conte, sapientemente diretto via Twitter e Facebook dal vicepremier e Ministro dell’Interno, Matteo Salvini (Lega), con l’altro Vicepremier (ultimamente un po’ a traino), Luigi Di Maio (Movimento 5 Stelle) avrebbe tra i punti qualificanti dell’agenda di governo la sicurezza e la difesa dei confini, soprattutto quelli marittimi. Altro rilevante punto del programma del governo giallo-verde è quello di valorizzare le produzioni “nazionali”, con queste premesse è poco spiegabile il disinteresse del governo verso Piaggio, eccellenza produttiva italiana nei velivoli pattugliatori.
“L’Unione (europea n.d.r.) deve esplicitamente riconoscere che l’Italia rappresenta un confine geografico esterno che va adeguatamente protetto per garantire e tutelare il principio della libera circolazione delle persone e delle merci.” E’ quanto prevede il contratto per il governo del cambiamento.
I lavoratori e le rappresentanze sindacali, vista la gravità della situazione, avevano indetto per il 13 novembre giorno previsto per l’incontro al MISE uno sciopero con presidio davanti al ministero. Nella mattinata di lunedì 12 novembre è arrivata la notizia che l’incontro è stato rinviato al 20 novembre.
Ad esclusione dei comunicati stampa di rito, non si rileva grande disappunto da parte di lavoratori e sindacati savonesi, pertanto anche la mobilitazione è stata rinviata.
“La Liguria ha bisogno di lavoro e crescita e non assistenzialismo non di certo la perdita di posti di lavoro altamente tecnologico per scelte di politica non industriale” è quanto dichiarato da Alessandro Vella, segretario generale Fim Cisl Liguria. (IVG 12 novembre 2018)
Per la CGIL invece “occorre convincere la proprietà a fare passi indietro, non la si convince con le chiacchiere” (Il Secolo XIX 12 novembre 2018)
Per non correre il rischio di perdere posti di lavoro altamente qualificati, facendo sempre le solite chiacchere, forse sarebbe stato più logico indire immediatamente una manifestazione di protesta vista la gravità del momento.
Manifestazioni di protesta che vista la natura multinazionale delle imprese, dovrebbe essere estesa anche ad altre realtà lavorative, per meglio dimostrare l’unione dei lavoratori contro le logiche cieche del profitto che governano le multinazionali.
Una mozione di sostegno alla causa dei lavoratori, votata da un consiglio comunale di un comune di provincia, può poco contro le strategie di una multinazionale, con bilanci che possono arrivare al prodotto interno lordo di un piccolo medio stato. Minimo ci vorrebbero interventi governativi.
Enrico Bertossi
Sullo stato generale dell’economia savonese, non si può non notare l’intervento di Enrico Bertossi, Presidente dell’Unione Industriali della provincia di Savona “I numeri ci confermano segnali di ripresa evidenziati in maniera piuttosto stabile da tutti i principali indicatori socio-economici.” (SavonaNews 12 novembre 2018)
Probabilmente l’ing. Bertossi vive su un altro pianeta o ha le sue attività in Cina o in India ed a Savona trascorre poco del suo tempo o più semplicemente si è convertito alle teorie della decrescita felice del governo giallo-verde.
Molte delle principali attività industriali della provincia di Savona hanno chiuso o sono in gravissime difficoltà (OCV, impianti a carbone Tirreno Power, Bombardier, Piaggio, Mondomarine, Asset), il maltempo ha gravemente danneggiato le infrastrutture portuali, viarie e spazzato via molte strutture turistiche, il traffico crocieristico pare abbia registrato una sensibile flessione, l’annata turistica del 2018 non è stata delle migliori. Inoltre, leggendo il Progetto di Riconversione e Riqualificazione Industriale dell’Area di crisi industriale complessa di Savona, potrà aver notato che la provincia di Savona è tra le più vecchie in Italia per età anagrafica, fattore che sicuramente non aiuta ad avere lavoratori produttivi, oltre ad altri indicatori socioeconomici sicuramente poco qualificanti.
Ad aggravare la situazione i giovani istruiti, qualificati, produttivi e poco pagati dalle imprese locali preferiscono cercare occasioni migliori all’estero
Oscar Giannino
Per fermare il declino di Savona ci sono molte cose da fare e come ciliegina sulla torta per ottenere qualche prezioso consiglio, all’incontro annuale dell’unione industriali non poteva mancare Oscar Giannino noto millantatore di titoli accademici. (Il Sole 24 ore 23 febbraio 2013)
Per i lavoratori savonesi, con classi dirigenti e politiche di tale livello, classi sindacali chiacchierone e con i paraocchi, sembrano esserci poche speranze.
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