Area di crisi complessa – Ex Mondomarine e non solo

Savona – Nelle ultime settimane la vertenza dei canteri navali ex Mondomarine è tornata di attualità, visto che dal 7 maggio, dopo l’affidamento definitivo della concessione ventennale delle aree portuali alla società Palumbo Superyachts Savona srl, l’azienda non avrebbe ancora presentato un piano industriale.

La Palumbo Superyachts Savona srl che ha rilevato le attività dei cantieri navali ex Mondomarine, dopo l’avvio della procedura fallimentare iniziata tre anni fa, dovrebbe inoltre farsi carico di tutti i passivi derivanti dalla precedente gestione (savonanews.it 10 giugno 2021).

A quattro anni di distanza dalle prime mobilitazioni per denunciare la situazione finanziaria in cui si trovavano i cantieri (9 giugno 2017), i lavoratori ex Mondomarine oggi sono nuovamente costretti a dover uscire dai cancelli dell’azienda (10 giugno 2021) per il perdurare dello stato di incertezza in cui si trovano, proprio nel momento in cui la vertenza dovrebbe volgere verso la conclusione. Unica differenza rispetto al 2017 è la mancanza del gazebo.

E’ necessario domandarsi se l’interesse della società Palumbo Superyachts Savona ad investire e sviluppare le proprie attività nel porto di Savona, non si sia affievolito una volta acquisita in via definitiva la concessione delle aree portuali, e che questa acquisizione non sia stata unicamente il mezzo per evitare che un possibile concorrente si insediasse nel porto di Savona. Una volta acquisite le aree, le commesse potrebbero essere eventualmente dirottate sui diversi cantieri di cui dispone il gruppo, utilizzando come leva le condizioni di lavoro, al ribasso, che le varie maestranze sono disposte ad accettare.

Anche nel caso dei cantieri ex Mondomarine i sindacati savonesi sono sempre in attesa che le vertenze industriali si sblocchino per qualche intervento dall’alto più ricercare autonomamente delle soluzioni, la conseguenza è la perdita di reddito, potere contrattuale e diritti da parte dei lavoratori.

Ad oggi diverse vertenze lavorative di aziende con sede in provincia di Savona hanno dei tavoli di confronto aperti presso il Ministero dello Sviluppo Economico, senza che siano stati fissati i calendari degli incontri, da quando il nuovo governo Draghi è entrato nel pieno delle funzioni, eppure diversi comuni della provincia, dal 2016, sono stati dichiarati area di crisi industriale complessa.

La mancanza di proposte, organizzazione e strategie nel corso di questi ultimi cinque anni da parte di chi dovrebbe rappresentare gli interessi dei lavoratori non ha sicuramente contribuito al rilancio occupazionale del nostro territorio, visto anche il basso livello delle classi politiche che utilizzano il tema del lavoro principalmente a fini elettorali e propagandistici. È lecito quindi domandarsi quale sia l’utilità per i lavoratori savonesi di iscriversi al sindacato.

Sindacato che dimostra essere un corpo burocratico con pochi legami con il mondo del lavoro attivo. Probabilmente, per i salariati savonesi, il vantaggio maggiore di iscrizione al sindacato è nel periodo della dichiarazione dei redditi, di poter usufruire di qualche sconto nei vari CAF convenzionati per la presentazione dei moduli all’Agenza delle Entrate.

Le lotte vengono lasciate ad altri soprattutto in periodo estivo.

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