Vado Ligure – Lo scorso 13 settembre nell’ambito dei consueti tour elettorali a cui siamo abituati, dove il tema del lavoro (che non c’è o è sottopagato o precario) viene utilizzato quale argomento di scontro in campagna elettorale, per poi essere subito dimenticato, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando (PD) ha fatto tappa a Vado Ligure, comune inserito nell’area di crisi industriale complessa del savonese.
Che un esponente di un partito che ha lo zoccolo duro dei propri sostenitori ai Parioli o in Via Monte Napoleone incontri le classi operaie dovrebbe essere una notizia, ma la visita sembra essere passata in sordina.
Quando ancora esistevano partiti che si definivano di sinistra, a Vado Ligure, una delle Stalingrado d’Italia, dove gli iscritti al Partito Comunista erano sicuramente superiori a quelli iscritti al sindacato, fiumane di cittadini si sarebbero recate in pellegrinaggio per stringere la mano al dirigente del Partito in visita, per ottenere qualche indulgenza.
Oggi sia il sindacato che Il Ministro del lavoro pare non siano neppure troppo informati sulla situazione delle aziende a cui fanno visita. Infatti, lo storico stabilimento di costruzione di materiale rotabile di Vado Ligure, fino ad inizio 2021 di proprietà della multinazionale canadese Bombardier, è stato venduto al colosso ferroviario francese Alstom. Ed oggi a tutti gli effetti fa parte di questo gruppo, ma sia il ministro che i sindacati continuano a riferirsi a Bombardier (VEDI).

Se per il ministro Orlando la Regione Liguria guidata da una coalizione di destra non attiva alcuna mobilitazione dal basso per rispondere a problemi ed esigenze delle imprese, anche i lavoratori ed i sindacati savonesi sono ripiegati su sé stessi nell’attesa che qualcosa cada dall’alto.
“Per quanto riguarda Bombardier abbiamo espresso la richiesta di avere garanzie in merito al finanziamento richiesto dalla società al MISE, finanziamento necessario per la realizzazione del piano industriale presentatoci ormai un anno fa e che prevede la costruzione di un nuovo capannone destinato alle attività di grande manutenzione.” Sono le dichiarazioni di Andrea Mandraccia segretario della Fiom GGIL di Savona. Ricordiamo che dal 2016 i sindacati metalmeccanici savonesi, di cui Mandraccia è segretario di quello più rappresentativo, non sono mai riusciti a denunciare con chiarezza le contraddizioni della “crisi” di Bombardier, nonostante i molti investimenti pubblici in materiale rotabile e le ricche commesse assegnate allo stabilimento di Vado Ligure, come più volte illustrato sui nostri articoli.

I lavoratori dello stabilimento Alstom (ex Bombardier) di Vado Ligure ed i loro rappresentanti, dal novembre 2019, aspettano di formalizzare gli accordi con l’azienda e le istituzioni, che in questi anni hanno erogato centinaia di milioni di euro in ammortizzatori sociali e commesse pubbliche, ci domandiamo quale mobilitazione dal basso i sindacati savonesi sapranno organizzare se le promesse elettorali continueranno a rimanere tali.
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