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Area di crisi complessa

Area di crisi complessa
Proroghe e deroghe a base di tortellini e dessert di frutta candita
Dopo che in più articoli avevamo evidenziato le tante promesse mancate da parte della politica ed i ritardi accumulati dall’iter per l’elaborazione del progetto per la riconversione e la riqualificazione industriale, relativo al riconoscimento di area di crisi industriale complessa di diversi comuni della provincia di Savona, la scorsa settimana sembra essere stata risolutiva.
La svolta decisiva all’iter procedurale è stata la visita dell’onorevole Teresa Bellanova (ex CGIL), viceministro dello Sviluppo economico, che lo scorso 12 luglio ha presenziato alla cerimonia di inaugurazione del nuovo sito produttivo a Carcare della Noberasco, azienda operante nel settore della lavorazione e confezionamento della frutta secca e disidratata. Alla cerimonia ha partecipato anche il re del….
tortellino Giovanni Rana. E’ poi seguito un incontro a Vado Ligure con il gruppo di coordinamento e controllo locale per fare il punto sull’area di crisi complessa del savonese. Secondo quanto riportato da IVG l’onorevole Bellanova “ha annunciato la convocazione per il 20 luglio del tavolo di coordinamento per l’area di crisi complessa del savonese.”

Da buona leopoldina il primo pensiero dell’onorevole Bellanova è però rivolto alla classe imprenditoriale “ci sono troppi imprenditori in affanno” ed “occorre offrire tutti gli strumenti utili per creare redditività del capitale investito” dopo vengono i lavoratori. Il Job Act e la reintroduzione dei voucher, sotto altro nome, sono sicuramente strumenti per migliorare la redditività del capitale investito….LEGGI

 Noberasco è indubbiamente una punta di eccellenza nelle realtà imprenditoriali locali, ma con 129 dipendenti aumentati del 40% negli ultimi due anni e circa 130 milioni di fatturato (fonte La Repubblica), non è senz’altro in grado, da sola, di risolvere i problemi occupazionali della provincia. La produttività di questa azienda deve comunque essere abbastanza elevata, visto che ogni dipendente con il proprio lavoro, contribuisce al fatturato dell’azienda per oltre un milione di euro all’anno. C’è da augurarsi che il know-how per la realizzazione dei nuovi impianti produttivi ad alto livello di automazione (industry 4.0), sia di provenienza aziendale e che l’azienda non sia solo mero utilizzatore di queste tecnologie, magari sviluppate da altri.

Ripercorrendo gli ultimi avvenimenti dell’area di crisi complessa, dopo le marchette elettorali pre pasquali per le primarie del PD, dove il presidente della commissione lavoro Cesare Damiano (ex CGIL), sostenitore della mozione Orlando, aveva promesso interessamenti per le situazioni di crisi industriali del savonese di fatti concreti ne sono seguiti pochi.

Lo scorso 4 maggio, probabilmente a seguito di un nostro articolo, la Provincia di Savona ha pubblicato il bando per la procedura ricognitiva per il censimento delle aree e degli immobili privati disponibili per possibili nuovi insediamenti produttivi. La scadenza della procedura ricognitiva era fissata per il primo giugno.

Sull’articolo pubblicato sulla Stampa lo scorso 25 giugno sembra che “qualcosa si muove” dovrebbero essere 32 le aree individuate ed i cui proprietari ne hanno indicato la disponibilità, per eventuali nuovi insediamenti produttivi. Su dove siano localizzate le aree e chi siano i proprietari delle stesse la Provincia non aveva però fornito dettagli. Maggiori particolari si sono avuti solo nei giorni seguenti con l’indicazione di diverse aziende interessate prevalentemente in val Bormida. Per le aree Tirreno Power sembra abbiano manifestato interesse ben 25 società per 100 posti di lavoro annunciati in 3 anni, peccato che i posti persi sono stati circa 800 tra diretti ed indotto.

Tutto l’iter si dovrebbe concludere entro fine anno, ed a partire dai primi mesi del 2018 il piano di riconversione dovrà essere pienamente operativo al fine di evitare le solite marchette elettorali.

La procedura indicata sull’articolo della Stampa del 25 giugno, non sembrerebbe però coerente con quanto riportato nell’interrogazione a risposta in commissione 5/10169 presentata lo scorso 21 dicembre, a firma onorevole Giacobbe (ex CGIL). Sono già ampiamente trascorsi 3 mesi eventualmente prorogabili di uno dall’8 febbraio 2017, data di adozione del decreto di costituzione del Gruppo di coordinamento e di controllo. L’interrogazione 5/10169 risulta quindi ancora oggi inevasa.

Ci chiediamo quindi quali siano i risultati ottenuti nel vertice vadese dello scorso 12 luglio a villa Groppallo alla presenza dell’onorevole Bellanova.

Immaginiamo le proroghe e le deroghe al procedimento di cui all’interrogazione 5/10169 promossa dall’on. Giacobbe, visto che le scadenze in essa indicate sono tutte largamente superate.

Intanto la situazione di incertezza continua per molte primarie realtà savonesi.

E’ notizia del 12 luglio che la condizione di Piaggio Aerospace è avvolta nella “nebbia”, dall’ultimo sciopero del 10 febbraio, dove era stato occupato il piazzale antistante lo stabilimento, sembrerebbe che i lavoratori ed i sindacati non abbiano più ricevuto risposte alla loro vertenza. L’articolo della Stampa fa notare che “un conto è scioperare e bloccare l’Aurelia (o la ferrovia) a Finale Ligure, oppure manifestare in piazza De Ferrari a Genova, un conto è la vasta pianura di Villanova. Insomma non se n’è accorto nessuno.”

Mancava forse il consueto gazebo e nel 2017 ricordiamo che esistono anche i mezzi di trasporto per portare i lavoratori in piazza.

La richiesta era quella di un incontro presso il Ministero dello Sviluppo economico, per aggiornare la situazione della vertenza, ma lavoratori e sindacati stanno ancora aspettando. Unica nota positiva sarebbe l’annuncio da parte dell’azienda della ripresa di alcune attività sul drone, mentre la situazione debitoria è stata al momento congelata vendendo alcuni “gioielli di famiglia”. Un incontro all’Unione Industriali di Savona era previsto per il 18 luglio poi slittato al 24.

Anche sul fronte Bombardier si assiste a continui rinvii, Andrea Mandraccia, segretario provinciale della Fiom savonese, ha dichiarato che il vertice fissato per il 20 luglio a Roma presso il MISE per fare il punto sulla situazione produttiva e occupazionale del sito Bombardier di Vado Ligure è stato rinviato all’ultimo momento a data da destinarsi, in quanto il MISE lo stesso giorno sarà impegnato nella difficile vertenza dell’ILVA….LEGGI

Ma non era la stessa onorevole Bellanova (ex CGIL) ad avere fissato pochi giorni prima, durante il vertice di villa Groppallo a Vado Ligure, la data del 20 luglio per discutere della situazione occupazionale savonese?

Però il nostro Mandraccia è comunque ottimista e fantastica su possibili scenari per lo stabilimento Bombardier di Vado Ligure, dove se tutto andasse per il meglio si dovrebbe pure assumere. Forse più che il segretario provinciale della Fiom savonese, dovrebbe proporsi come direttore commerciale per Bombardier Italia. Auguriamoci che quanto prospettato dal segretario Fiom si realizzi.

Il segretario Fiom dichiara inoltre “Vogliamo capire se Bombardier e Hitachi hanno concluso l’accordo economico per la produzione delle carrozze di testa del treno regionale Rock nello stabilimento di Vado e come procede la gara per i locomotori del trasporto merci di Mercitalia e partita già il 13 giugno”. Forse più che al Ministero dello Sviluppo economico, i rappresentanti dei lavoratori dovrebbero porre i quesiti direttamente all’azienda, risparmiando un viaggio a Roma.

Evidentemente con l’ILVA di Genova non si scherza (i patti si devono osservare) ed avendo verosimilmente minacciato che se entro il 20 luglio, i rappresentanti dei lavoratori non fossero stati convocati dal MISE, sarebbero ripresi gli scioperi con il conseguente blocco del porto di Genova, il MISE ha quindi annullato tutti gli impegni presi in precedenza.

I lavoratori dell’ILVA di Genova ed i loro rappresentanti si sanno evidentemente fare rispettare dai politici contando unicamente sulle proprie forze, prendendo alla lettera quanto recentemente espresso dal cancelliere tedesco Angela Merkel “Chiunque oggi si mette un paraocchi nazionale e non ha più occhi per il mondo intorno sono convinta che si ponga ai margini” ed aggiungendo “i tempi in cui potevamo contare pienamente su altri sono in una certa misura finiti, come ho sperimentato nei giorni scorsi al G7 di Taormina.” (Corriere della Sera 30 maggio).

Bisogna riconoscere che anche la CGIL savonese sa prendere alla lettera i propositi del cancelliere tedesco e coglie ogni occasione per cercare appoggi nel mondo della politica locale.

Non trovando di meglio la CGIL savonese si deve accontentare di una mangiata, magari a base di tortellini e frutta candita per dessert e talk show finale alla festa di Sinistra Italiana.

Da notare che anche i tradizionali simboli della sinistra, nell’anno del centenario della rivoluzione di ottobre, sono stati sostituiti con una bella forchetta, di lavoro ormai c’è né più poco, meglio farsi una bella abbuffata.

Ai poveri lavoratori savonesi per non essere posti ai margini forse converrebbe assumere come propri rappresentanti quelli dell’ILVA di Cornigliano.

 

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