Ricordate il caso rilevato da una contribuente di Cairo sulla “convenzione Francia – Italia il doppio prelievo con la prima casa” riportato da ….Il Sole 24 ore….
Il 17 gennaio l’onorevole Dario Bond (FI) ha presentato un’Interrogazione sull’anomalia.
Ecco l’interrogazione:
Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
sussiste una anomalia fiscale consistente in una doppia imposizione fiscale sulle case affittate in Francia con perdita di agevolazione «prima casa» in Italia;
secondo la Convenzione sulle doppie imposizioni tra Italia e Francia, l’immobile locato posseduto in Francia deve essere dichiarato anche in Italia, ma, in base a un calcolo proporzionale italiano, il credito d’imposta concesso sulle tasse pagate all’estero, commisurato al rapporto tra reddito estero e reddito complessivo, copre solo parzialmente l’Irpef scaturita in Italia, mentre le addizionali comunali e regionali rimangono integralmente scoperte e, in presenza dell’abitazione principale, questa situazione fa perdere una parte dell’esenzione prevista per legge (articolo 10, comma 3-bis, del TUIR);
uno dei contribuenti penalizzati da questa anomalia ha inviato istanza di interpello all’Agenzia delle entrate e ha segnalato l’anomalia al dipartimento delle finanze del Ministero. Entrambi hanno risposto convalidando e confermando quanto sostenuto, ma aggiungendo che, per risolvere il problema di questa doppia imposizione fiscale vietata dalla legge, è necessario un intervento legislativo;
la vicenda ha avuto molta visibilità ed è stata riportata nel mese di settembre 2018 su diverse importanti testate giornalistiche, tra le quali Il Sole 24 Ore nella sezione Norme e Tributi, nonché sul Secolo XIX, sul Quotidiano del Diritto e su Confedilizia.it;
secondo quanto riportato dalla stampa, la stessa amministrazione finanziaria avrebbe riconosciuto l’esistenza di un effetto distorsivo del tutto in contrasto con la vigente normativa fiscale, tanto da attivarsi per risolvere la problematica che interessa centinaia di contribuenti italiani, approntando la norma correttiva, corredandola della relativa relazione illustrativa e della relazione tecnica, contenente la stima degli effetti sui conti pubblici e inviando il tutto all’ufficio legislativo finanze, al fine di verificare la possibilità di inserire la disposizione in sede di conversione del decreto- legge fiscale, ovvero nella legge di bilancio per il 2019;
tuttavia, sempre secondo la stampa, la proposta dell’amministrazione finanziaria dello Stato avrebbe cozzato contro il veto politico, perché, come scrive il direttore della direzione legislazione tributaria e federalismo fiscale nello scambio di comunicazione con il contribuente di cui sopra, il Governo non ha ritenuto di inserire l’intervento tra quelli costituenti priorità da risolvere con la manovra di bilancio, pur assicurando che provvederà a riproporre la norma di correzione nelle prossime occasioni in cui si verificherà la disponibilità di un veicolo legislativo;
interpellata sulla questione un’agenzia immobiliare francese, in merito alla presenza di italiani con case in Francia, essa avrebbe chiarito che per quanto riguarda la zona di Mentone la percentuale si aggirerebbe sul 30 per cento, mentre a livello nazionale sul 4-5 per cento. La questione, quindi, riguarda probabilmente migliaia di cittadini –: se trovi conferma quanto esposto in premessa circa l’esistenza di effetti distorsivi derivanti dal venire meno della doppia imposizione sugli immobili detenuti in Francia da cittadini italiani;
se convenga con l’interrogante circa la necessità di adottare al più presto iniziative per sanare la situazione venutasi a creare, accelerando il prima possibile la presentazione di un’iniziativa fiscale idonea a risolvere il problema ammesso dalla stessa amministrazione fiscale che ha già proposto la soluzione.
On. Dario Bond