ANCORA A PROPOSITO DI ANDREOTTI

ANCORA A PROPOSITO DI ANDREOTTI
Credevo che la portata della vicenda fosse limitata, ma l’intervento che prevede la possibilità di manifestare contro la commemorazione di Andreotti mi ha fatto ricredere. Ritengo allora opportuno completare il mio pensiero.
Innanzitutto…
non credo di essere l’eccezione che si dissocia. Non credo, anzi, che possa essere messa in questa forma. Non sarà sfuggito che il manifesto non ha paternità: l’iniziativa sembra appartenere alla ex sezione DC di Celle; ma la sezione in questione non esiste più da 21 anni (diconsi ventuno!). Come dire, è trascorso quanto tutto il periodo fascista. Pensate che si sia ricomposta per l’occasione? Suvvia!!
Provate a vederla con i miei occhi: il punto centrale non è certo la commemorazione, voluta senza dubbio da poche, o pochissime persone, e che ha valenza politica assolutamente irrilevante; l’aspetto significativo è dato dal fatto che, sicuramente, Uomini Liberi non perde il suo tempo a controllare le affissioni cellesi; qualcuno ha passato la notizia; qualcuno di Celle, che ha subito tirato in ballo la mia persona; qualcuno avvezzo alle cose politiche, qualcuno che conosce bene Uomini Liberi, qualcuno che mi è tutt’altro che amico. Buon pro ti faccia, signor qualcuno!

Così, su facebook sono subito circolati i commenti e qualche cattiveria ho dovuto portarmela a casa. Ma questa mia non è una lamentazione, è un’accusa. Una accusa di diffusa disonestà, di ipocrisia, di amoralità e, ma molto meno grave, di superficialità.

Nel caso Andreotti, è assolutamente doveroso accettare quanto accertato e sentenziato a suo carico dalla magistratura, che non fa di lui un politico, né un uomo, esemplare.

Indignati di terra, di cielo e di mare, ma siamo sicuri che le consorterie alle quali appartenete accettino e accetteranno, con altrettanta docilità, le conclusioni giudiziarie che riguardano e riguarderanno intere legioni di vostri pretoriani? Da come si è messa, direi che di cammelli per la cruna dovremmo vederne passare a dozzine. E allora, la vostra intelligenza non vi fa ritenere che qualcosa, nella vostra  indignazione che ha perso interi campi oculari, non funzioni più nel modo giusto?

Ve la prendete con chi le ha combinate trent’anni fa e non può più ripetersi, e non ve la prendete con chi le sta combinando, adesso, con inaudita sfrontatezza?

Le mafie si stanno impadronendo del nord, del Piemonte, della Lombardia e della nostra Liguria. Lo fanno con il controllo degli appalti pubblici, con la gestione del mercato degli stupefacenti e del gioco d’azzardo, con l’usura, con gli investimenti di capitali enormi, soprattutto nell’edilizia, ma anche nell’acquisizione di locali pubblici, di stabilimenti balneari, di immobili. Ci è stato ripetuto una infinità di volte che per farlo hanno assolutamente bisogno della compiacenza delle pubbliche amministrazioni. E allora????

Ci sono molti Andreottini, molto più avidi e molto meno intelligenti, che, oltre a fare i loro sporchi interessi ed a spalancare le porte agli unni,  fanno scempio delle nostre comunità, e magari, proprio da voi, sono difesi e sostenuti.

Ma bisogna anche mettere in conto che possiate essere, appunto, dei galleggianti di superficie che niente vedono, niente sentono e di niente si accorgono.

Conservate la vostra indignazione, che è sentimento di assoluto valore, ma non costringetela con la faziosità. Liberatela, consegnandole, nel contempo, una corretta gerarchia di valori, il mancato rispetto dei quali ne provochi l’attivazione. E fra i valori più alti ci siano la giustizia sociale, la dignità umana, i diritti fondamentali del cittadino. Il progresso non va valutato con metri finanziari o tecnologici, ma solo con la misurazione del grado di affermazione e di attuazione dei diritti universali dell’uomo. La tecnologia è buona nella misura in cui ci aiuta in questo processo. E nella vostra concezione di giustizia sociale non abbia prevalenza, come è adesso, la quantità di bene, ma la sua equa distribuzione.

Fate rilevare ai vostri governanti la differenza che c’è fra i sacrifici, intesi come rinunce, e la sofferenza e indignatevi quando si spaccia la seconda per i primi. Noi di Futuro Oggi diciamo “nessuno, mai più, dovrà perdere qualcosa  affinché altri possano avere di più” o altrimenti “nessuno dovrà soffrire perché altri possano evitare sacrifici”. Vedrete quanto sarà più facile giudicare la politica! Oggi si costringe a pagare le imposte anche a chi non sa come arrivare a fine mese, piuttosto che contrastare l’enorme evasione fiscale: si produce sofferenza nei più deboli per evitare ad altri di rinunciare a qualcosa (nella maggior parte dei casi non si tratta nemmeno di sacrificio). Si fa carta straccia della Costituzione, che impone la proporzionalità fra reddito ed imposte, si trasformano i diritti in parole scritte su un foglietto: non le puoi spendere da nessuna parte. Non è necessario ricorrere a già fallite esperienze politiche, di socialismo più o meno reale; altre nazioni occidentali, con grande serietà e consapevolezza, sono riuscite a dare sempre maggior valore ai diritti, soprattutto promuovendo la crescita civile dei cittadini. Impegnatevi per questo e contro tutto l’altro: ne avrete di lavoro da fare. Ma, se siete giovani, quando se non adesso?

Luigi Bertoldi di Futuro Oggi

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