Alcune riflessioni per l’Istituto Nautico
Da un rapporto EMSA dal 2005 al 2014 a livello mondiale gli incidenti navali sono stati complessivamente N° 24.545. Nello stesso periodo sono state N° 1271 le navi dichiarate dalle compagnie assicuratrici “perdita totale” 603 affondate, 252 incagliate, 113 collisioni.
L’agenzia Europea per la sicurezza marittima (EMSA) in un suo rapporto ha reso noti i dati degli incidenti marittimi avvenuti nelle acque europee durante l’anno 2007. Dal rapporto si evince un netto aumento degli incidenti rispetto all’anno 2006.
Gli incidenti totali sono stati …
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715 ed hanno coinvolto 762 navi mentre nel 2006 si erano verificati 505 incidenti che avevano coinvolto un totale di 535 navi. Secondo questo rapporto nelle acque europee nel 2007 si sono avute: N°55 navi affondate –N° 197 navi incagliate – N° 304 Navi che hanno sofferto una collisione o un urto – N° 91 navi che hanno sofferto incendi ed esplosioni – N° 115 navi che hanno sofferto incendi non classificati. Per un totale di 762 navi coinvolte in incidenti nelle acque della Unione Europea. Il 68%di questi incidenti è avvenuto nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico, il 15%nel Mar Baltico e il restante 17%nel Mar Nero. Nei dati sopracitati sono compresi il Costa Concordia e il Jolly Nero. Da quando esiste la navigazione tutti gli umani sanno che il responsabile del natante è un uomo solo “Il Comandante”. Questo essere per diventare tale, da qualche secolo a questa parte, è dovuto al fatto che s’è creato nel mondo scuole di indirizzo specifico per poter imparare i rudimenti essenziali e poi con gli imbarchi e le dovute esperienze e col dovuto tempo e le credenziali avere i requisiti al comando. Penso che quanto è stato reso noto nella sopracitata descrizione tutti quegli incidenti generalmente la colpa ricade sul comandante, sugli ufficiali non molto preparati, sull’equipaggio non pronto per la navigazione. Perché 1 su 10 dei ragazzi diplomati al nautico naviga e gli altri 9 cercano una sistemazione a terra? Le risposte sono moltissime però se il nautico fosse concepito diversamente da come è attualmente forse questa percentuale non sarebbe così incisiva. Proposta: un ragazzo arriva dalle scuole medie va al nautico fra le tante materie da studiare deve imparare molto bene geografia, esercitazioni marinaresche , attrezzatura e manovra , inglese (fondamentale). Finito l’anno deve imbarcarsi per almeno 1 mese e vivere a bordo senza un indirizzo preciso e poi sbarca. Questo ragazzo senz’altro ha capito cosa vuol dire navigare e decidere mi piace si o no. Ritorna a scuola studia le materie descritte in precedenza e alla fine dell’anno ritorna a bordo e prova a vivere in plancia e poi in sala macchine e quando sbarca è in grado di scegliere l’indirizzo. Questa proposta è tale che il diretto interessato con molta probabilità navigherà. Certamente con questa impostazione si va a creare una sinergia positiva tra il Ministero della Pubblica Istruzione , Ministero dei Trasporti e le Compagnie marittime. L’istituto nautico deve essere concepito come struttura particolare data la sua specificità e complessità deve avere delle possibilità istruttive tecnico pratiche e non tutti gli insegnanti sono preparati per assolvere al compito ma ciò non ritengo un handicap poiché c’è la possibilità per raggiungere le conoscenze e assolvere adeguatamente il compito. Alla fine di tutto questo percorso avranno creato Aspiranti Capitani di Lungo Corso ed Aspiranti Capitani di Macchine queste due sono le qualifiche che da secoli sono così definite e non c’è nessun’altra denominazione sostitutiva anche per un principio d’onore personale. RICCARDO CICCIONE |