Un nostro lettore ci segnala un episodio che merita attenzione, sia da parte dei cittadini che delle istituzioni.
Qualche giorno fa ha ricevuto a casa una notifica per una multa presa ad Albissola Marina: l’infrazione contestata era la mancanza del disco orario su un’auto parcheggiata in una zona soggetta a questo obbligo. La sanzione amministrativa era, se pagata entro 5 giorni, di 29 euro, fin qui nulla di strano.
Ma al momento del pagamento, è emersa la sorpresa: alle spese di notifica, indicate nella comunicazione come 12 euro, se ne sono aggiunti altri 14, per un totale di 26 euro. Quando il cittadino ha chiesto spiegazioni agli agenti della Polizia Municipale, si è sentito rispondere che le spese di notifica non dipendono dal Comune, ma da Poste Italiane.
Una giustificazione che lascia perplessi. Non tanto per l’importo in sé (29+ 26 euro =55,00 euro totali), ma per il principio: come è possibile che le spese di notifica superino quasi l’importo della multa stessa? E soprattutto, perché nella notifica ufficiale si parla di 12 euro, ma poi al momento del pagamento l’importo raddoppia senza alcun preavviso?
Altro aspetto non trascurabile: il lettore riferisce che al momento dell’infrazione non ha trovato alcun avviso sul parabrezza dell’auto, come solitamente avviene. Una modalità, questa, che rischia di trasformare il cittadino in un bersaglio inconsapevole, senza nemmeno la possibilità di accorgersi subito della multa e magari contestarla.
L’episodio ha suscitato l’interesse dell’opposizione in Consiglio comunale, che — informata del caso — ha annunciato la presentazione di un’interrogazione per chiedere chiarimenti in merito: sia sulla gestione delle spese di notifica, sia sulle modalità di comunicazione delle multe ai cittadini.
In un periodo in cui si chiede fiducia nelle istituzioni, trasparenza e buon senso amministrativo sono requisiti fondamentali. Situazioni come questa rischiano invece di alimentare malumore, sfiducia e la sensazione che le regole non siano sempre chiare e uguali per tutti.
