Diciamoci la verità, Albisola Superiore è ormai da anni, un dormitorio per 8-9 mesi all’anno, che si sveglia solo in primavera/estate con l’arrivo dei turisti che ancora le vogliono bene.
Tutta colpa del “caro affitti?”Questo è solo uno dei problemi.
La chiusura dei negozi di prossimità, purtroppo, viene da più lontano ed è parte di un discorso sicuramente più complesso.
Bisogna ammettere che la politica di questa amministrazione, di accettare l’apertura di tutti i supermercatianche di medio-grandi dimensioni (purchè si costruisca qualcosa, gli imprenditori investano e si incassino gli oneri di urbanizzazione), insieme alla mancata programmazione comunale su come gestire il piccolo commercio ed il caro affitti, è a nostro avviso, il motivo del fallimento e della chiusura delle piccole attività cittadine. Appellarsi al senso etico dei possessori di locali commerciali non è sufficiente. Si può e si deve fare di più.
Non sempre la concorrenza ed il liberismo sfrenato può essere utile ad una comunità, non sempre la legge del mercato considera il bene dei cittadini.
Nel limite delle prerogative che una amministrazione comunale ha, l’insediamento di piccole attività commerciali va governato e tutelato nel contesto in cui opera.
Un’ Amministrazione che voglia rilanciare il Commercio e di conseguenza il Turismo ad Albisola, non può non pianificare, normare ed incentivare l’apertura di negozi o piccole attività, le quali sono il tessuto e l’ossatura di una cittadina che voglia vivere di turismo con il lavoro che ne può conseguire.
Il “caro affitti”, che non colpisce solo gli immobili ad uso commerciale della nostra cittadina, ma anche di quelle limitrofe, con ricadute sulle chiusure delle attività però ben diverse, non può essere una scusa per celare l’inerzia di un’amministrazione che da anni ormai non si interessa dei suoi cittadini.
Il portavoce di ” Albisola in MoVimento” Stefania Scarone
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