Albenga piange l’ex sindaco Rosy Guarnieri La città delle torri perde uno dei suoi simboli. Si è spenta, all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, all’età di 66 anni, Rosalia “Rosy” Guarnieri, consigliere comunale di minoranza, uno dei pilastri di Albenga (e non solo dal punto di vista strettamente politico). Guarnieri non era albenganese di origine, ma con il tempo lo è diventata a tutti gli effetti. Una siciliana trapiantata in Liguria, dove, nel corso della sua vita, è riuscita a mettere radici ben salde, con un cuore che si potrebbe definire diviso a metà nel quale hanno sempre trovato posto, in egual misura, Albenga e Villalba (in provincia di Caltanissetta), sua città natale. |
Dalla festa di Santa Lucia (ricorrenza tradizionale celebrata principalmente in Sicilia) alla festa di San Michele (patrono della città di Albenga), due mondi così diversi eppure indivisibili per Guarnieri, che ha sempre difeso e sbandierato con orgoglio le sue origini, pur sentendosi albenganese a tutti gli effetti. E Rosy, per tutti gli ingauni, è stata e sarà sempre una politica con la “P” maiuscola. Un amore, quello per la res publica (intesa letteralmente come “cosa del popolo”), che Guarnieri ha coltivato sin dall’età adolescenziale “un po’ per indole, ma soprattutto per passione”, come amava dire lei. Una donna forte, che ha saputo aggregare, ma anche dividere, sia se necessario sia involontariamente, per via di un carattere fortemente decisionista, che l’ha portata a “non stare mai nel limbo”, ma ad esporsi sempre e comunque, anteponendo talvolta le proprie idee e le proprie convinzioni anche alle stringenti logiche di partito. Un modus operandi e uno stile di vita e di fare politica che, nel corso degli anni, l’hanno posta spesso sotto riflettori, ponendola anche nel mirino di “amici” e “nemici” politici e al centro delle critiche, ma che le hanno anche spianato la strada verso grandi successi: dal ruolo di sindaco di Albenga nel 2010 (con due record centrati in un colpo solo, primo sindaco della Lega e primo sindaco donna della storia della Città delle torri) a quello di segretario cittadino della Lega e di presidente del Distretto Socio Sanitario Albenganese, fino alla recente nomina in Parlamento, a Roma. Di Guarnieri, autentico simbolo della Lega ingauna, al punto da essere ribattezzata “zarina verde” (tanti le attribuiscono il merito di aver ‘costruito’ la Lega ad Albenga), i più ricordano le aspre battaglie in consiglio comunale con l’allora sindaco Angioletto Viveri, un altro dei pilastri della storia di Albenga, del quale poi ha riconosciuto anche i meriti e lo spessore politico, ma anche alcune sue dichiarazioni forti e fuori dagli schemi, tipiche di una donna “senza briglie”, il cui passato politico non si è tinto solo del “verde Lega”. Una carriera iniziata negli anni ’70 tra le file della Democrazia Cristiana e “esplosa”, dopo il passaggio alla Lega Nord, nel 2001, quando le è stata consegnata la delega di assessore all’Ambiente nella giunta dell’ex sindaco Mauro Zunino. Un ruolo importante, ma non sufficientemente gratificante per Guarnieri, che ha provato il “colpo” nel 2005, candidandosi a sindaco e lanciando la sfida, poi persa, all’ex primo cittadino, vincitore di quella tornata elettorale, Antonello Tabbò. Quindi, altri 5 anni tra i banchi dell’opposizione in consiglio comunale (conditi anche dal ruolo di assessore provinciale a lavori pubblici, strade, viabilità ed edilizia scolastica e patrimoniale in Provincia), studiando però, nemmeno troppo in gran segreto, da futuro sindaco. Un’investitura prestigiosa ottenuta nel 2010, con la vittoria contro lo stesso avversario politico di 5 anni prima, Tabbò, e seguita anche dalla nomina di presidente del Distretto Socio Sanitario Albenganese. Ne è seguita una vita amministrativa improntata sui suoi temi chiave, come la sicurezza, il commercio, l’ambiente e le politiche della famiglia (per citarne alcune), ma allo stesso tempo travagliata da divisioni interne alla sua maggioranza, scaturite da alcune decisioni molto dibattute. In primis l’apertura della moschea più grande della Liguria, nel 2013, che ha preceduto di poco lo sfortunato tentativo di realizzare un forno crematorio in terra ingauna, che le è costato la sfiducia di alcuni dei “suoi” e la decadenza da sindaco, a fine 2013. Ma Rosy, decisa a non mollare, si è ripresentata comunque alla tornata elettorale successiva, di nuovo come candidato sindaco del centrodestra, perdendo però alle comunali contro il rivale e attuale primo cittadino Giorgio Cangiano. Un duro colpo, che l’ha riportata in minoranza, ma ben incassato, come i precedenti. Quindi, una manciata di mesi fa, è sopraggiunto il brutto male che ha provato, invano, ad allontanarla dalla politica, indebolendola nel fisico, ma non nel morale e nella ferrea forza di volontà, mai venuta meno fino all’ultimo e davanti a nessuno. Recentemente, infatti, nonostante le condizioni di salute non ottimali e contro il parere di colleghi e amici, si è recata all’ospedale Santa Maria di Misericordia di Albenga per incontrare il suo “Capitano”, il leader della Lega Matteo Salvini, in visita in terra ingauna, e saprattutto per palesargli, incurante del suo ruolo nel partito, la sua contrarietà alla privatizzazione del nosocomio albenganese, per il quale tanto ha battagliato, in veste di sindaco prima (con la manifestazione in difesa dell’ospedale che spinse migliaia di persone a manifestare per le vie di Albenga, nel 2012) quanto di consigliere di minoranza poi. Una forza interiore più forte della malattia, al punto da non lasciare indifferente nemmeno il destino che, seppur infame, ha premiato la sua tenacia, appena una manciata di giorni prima della sua prematura scomparsa, con il suo più grande successo: la nomina in Parlamento, ottenuta, grazie alla coalizione di centrodestra, a seguito delle elezioni politiche 2018 dello scorso 4 marzo. “In questi quattro anni di mia esperienza amministrativa ho avuto modo di confrontarmi e conoscere piuttosto bene Rosy Guarnieri”, ha dichiarato il primo cittadino ingauno Giorgio Cangiano, “anche se non sempre le nostre idee coincidevano, ma tra noi c’era un rapporto positivo e chiaro. Soprattutto, condividevamo la voglia di lavorare per il bene e a favore della città. Questa era la cosa più importante. Negli anni Rosy Guarnieri ha ricoperto molti di rilievo nella vita della nostra città e per questo merita la gratitudine dell’intera comunità ingauna. Il Comune di Albenga è vicino ai suoi famigliari e a tutti coloro i quali le volevano bene”. Anche il segretario federale della Lega Matteo Salvini ha voluto ricordare Rosy Guarnieri durante l’ultima giornata della terza edizione della Scuola di Formazione Politica di Milano :”Ha avuto appena il tempo di festeggiare la vittoria e di essere eletta in parlamento e poi stamattina ci ha salutato. Ma siamo sicuri ci seguirà da lassù. In bocca al lupo, Rosy. Buon viaggio, hai fatto in tempo a gioire per la vittoria della tua Lega, anche nella tua amata Albenga, e ci hai salutato. Una preghiera e un sorriso, aiutaci da lassù”. Il rosario di Rosy Guarnieri verrò recitato lunedì 12 marzo alle 19 all’oratorio di Santa Croce a Bastia d’Albenga. Il funerale è in programma martedì 13 marzo alle 10.30 nella parrocchia della Santissima Annunziata sempre a Bastia. Rosy Guarnieri lascia il marito Franco Vairo e le amate figlie Micaela e Tatiana Pizzo. SELENA BORGNA |