Un altolà ai possibili competitor e, al contempo, un’autocandidatura. Il Coordinatore ingauno di FI, Eraldo Ciangherotti ribattezzato dai detrattori demolition man per la sua attitudine a bruciare candidati che non portino il suo nome), dice no all’ ipotesi del Papa straniero ad Albenga (cioè ad un candidato Sindaco del centrodestra proveniente da altri comuni) caldeggiata dalla Lega per uscire dallo stallo. In pratica un veto su Stefano Mai ( di Zuccarello) e Paolo Ripamonti ( di Garlenda) che, nelle ultime ore, stavano circolando in città come papabili per la candidatura a Sindaco. Ciangherotti, quando dice che serve un “Albenganese Doc” come candidato, pensa ovviamente a se stesso e non a Roberto Tomatis, l’altro esponente del centrodestra che le indiscrezioni danno pronto a scendere in campo col supporto del segretario provinciale di FdI, Claudio Cavallo e di Bruno Robello De Filippis dell’ UDC. Molto dipenderà adesso dalla posizione del solito terzo incomodo, Diego Distilo, che dopo aver patteggiato 14 mesi per corruzione elettorale, è tornato a fare la voce grossa ad Albenga, minacciando di andare solo al voto se non si trova la quadra in tempi brevi su un nome condiviso. Chi potrebbe spuntarla a questo punto? Forse l’architetto Nicola Podio, ex consigliere comunale di Forza Italia, il cui profilo viene però considerato da alcuni poco competitivo rispetto ad un peso massimo come il Sindaco uscente, Riccardo Tomatis, che a breve annuncerà la sua candidatura bis a primo cittadino della Città.