Esattamente un anno fa, il 28 dicembre del 2017, il Consiglio Comunale di Alassio approvava il regolamento per l’applicazione dell’Imposta di Soggiorno. Le cronache riportano una seduta di Consiglio molto partecipata e discussa in virtù del fatto che gli albergatori alassini si presentarono numerosi in aula per mostrare il palese disaccordo con l’amministrazione comunale.
“Fu un disaccordo non sull’idea dell’Imposta, sulla quale eravamo aperti al confronto”, dichiara Egidio Mantellassi, rappresentante degli albergatori Alassini e guida del Comitato del Turismo che ha il compito di individuare come impiegare il ricavato dell’imposta, “ma sul regolamento che, di fatto trasformava l’imposta nell’ennesimo balzello e noi albergatori in meri esattori”.
Parole simili da parte di Eugenio Macheda, presidente degli albergatori alassini:”Avevamo presentato un emendamento, attraverso l’allora consigliere di minoranza Angelo Galtieri, nel quale chiedevamo che il 40% dell’intero ricavato dall’imposta fosse vincolato al turismo e da lì distolto solo in caso di gravissime esigenze di bilancio come pre-dissesto o dissesto. L’amministrazione Canepa ci rispose che non era possibile alterare il protocollo sottoscritto dalla Provincia di Savona e che quindi il testo non sarebbe stato modificato e l’emendamento venne respinto.”.
“Un altro dato ci vide discutere animatamente”, sottolinea Angelo Galtieri, oggi Assessore al Turismo del Comune di Alassio, “ e ricordo l’articolo 3 del regolamento al punto 3 che recita : “I Comuni parte del seguente accordo s’impegnano, per tutta la durata di vigenza dell’imposta di soggiorno, a mantenere gli stanziamenti di spesa complessivi in materia di turismo…iscritti al bilancio preventivo all’esercizio antecedente l’entrata in vigore del regolamento comunale”. La tassa di soggiorno avrebbe così dovuto essere un “di più”per poter ampliare l’offerta turistica ma a febbraio 2017 a bilancio sul capitolo del turismo erano stanziati 513mila euro e la previsione per il 2018 era di 476mila euro. Quello che è stato disatteso è il principio dell’Imposta di Soggiorno ed è il motivo che prima ha spinto gli albergatori a ricorrere al Tar e questa amministrazione (Alassio è andata alla urne il 10 giugno di quest’anno e ha visto trionfare Marco Melgrati come sindaco portando la città ad un cambio di amministrazione) ha azzerato l’imposta per il 2018 per poi sedersi al tavolo con gli albergatori e rivedere i contenuti del regolamento di attuazione. La delibera da noi presentata non solo nasce da un percorso di condivisione, ma trasforma l’Imposta di Soggiorno in una tassa di scopo che destinerà non il 60% ma l’intero ricavato dell’imposta stessa al Turismo in uno speciale capito di spesa espressamente vincolato e come sarà spesa verrà deciso dal Comitato del Turismo”.
“Negli ultimi mesi di quest’anno e per tutto il 2019 abbiamo avviato un serio monitoraggio dei flussi turistici, prosegue Egidio Mantellassi, “e la prossima estate verrà istituita una Card che ci aiuterà a completare l’indagine. Nell’autunno 2019 presenteremo, inoltre, un progetto di marketing territoriale destinato a coinvolgere non solo gli albergatori ma anche tutte le categorie attive sul nostro territorio”.
“Si tratta comunque di un’imposta soft limitata al periodo che va dal 1aprile al 30 settembre e che prevede il versamento di 1,50 euro per gli hotel 4 e 5 stelle, 1 Euro per i tre stelle e 0,50 Euro per le strutture a una o due stelle e solo per i primi 5 giorni di soggiorno. Secondo i calcoli questo potrebbe portare nello speciale capitolo di spesa istituito a bilancio circa 400mila euro”, conclude Galtieri.