Alassio: i giardini del re tra bellezza e contraddizioni, l’oasi verde e l’ombra del cemento

Il parco di Villa della Pergola è una storia di rinascita e resistenza. Da simbolo della storica presenza inglese ad Alassio, questa villa e il suo giardino rischiavano di diventare l’ennesimo trofeo della speculazione edilizia. Grazie all’impegno della famiglia Ricci, guidata dalla passione di Silvia Arnaud Ricci e dall’architetto Paolo Pejrone, è stata trasformata in un’oasi verde che ora brilla nel prestigioso firmamento della Royal Horticultural Society.
Un traguardo straordinario che non solo ha preservato un patrimonio botanico di inestimabile valore, ma che continua ad attrarre visitatori da tutto il mondo: turisti, scolaresche, appassionati di botanica, tutti rapiti dalla magia degli agapanti, delle ninfee, delle strelizie giganti e delle rare varietà introdotte nel parco.
Eppure, questa storia di successo si staglia contro un panorama inquietante: le colline che abbracciano Alassio continuano a essere ferite dalla cementificazione.
Se da un lato il parco è un esempio di ciò che si può fare per rispettare e valorizzare il territorio, dall’altro, Alassio e le sue colline offrono un’immagine di progressiva devastazione. La città, conosciuta per le sue bellezze naturali e storiche, sembra incapace di arginare il dilagare del cemento. Ogni nuovo complesso residenziale, ogni strada ampliata, lascia cicatrici profonde in un paesaggio che, in teoria, dovrebbe essere preservato come patrimonio collettivo.
Gli abitanti sembrano ormai assuefatti a questa realtà, e il dibattito politico si rivela spesso timido o assente. La storia di Villa della Pergola è una rara eccezione che conferma la regola: ad Alassio la tutela del territorio non è la norma.
Il contrasto tra il rigoglioso parco e la distesa di cemento circostante dovrebbe far riflettere. Perché un modello di successo come quello della Pergola non diventa ispirazione per politiche più ampie? Se l’intervento privato può realizzare un’oasi di bellezza, cosa impedisce a istituzioni e cittadini di immaginare un futuro in cui la natura sia protagonista, non vittima?
La risposta forse sta nell’indifferenza diffusa: quella delle amministrazioni, che spesso prediligono il guadagno immediato alla lungimiranza, e quella della popolazione, ormai poco incline a lottare per il proprio territorio.
La rinascita di Villa della Pergola dimostra che è possibile invertire la rotta. Ma il rischio è che resti un’eccezione, un’isola di bellezza in un mare di cemento. I Ricci, con la loro passione, hanno salvato una parte della memoria storica e naturale di Alassio. Tocca ora a tutti noi – cittadini, politici, imprenditori – scegliere tra il verde e il grigio, tra un futuro sostenibile e l’ennesimo complesso residenziale.
Alassio può essere il “giardino del re”, ma solo se smettiamo di ignorare le brutture che lo circondano.

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