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ADESSO BASTA QUATER. Celle Ligure: Appalto “Pennello Bûffou”

Proseguiamo il resoconto dell’appalto “Pennello Bûffou” limitandoci ai fatti più significativi.

Un cittadino si è rivolto all’ARPAL che ha il compito istituzionale di controllare i lavori e proteggere l’ambiente marino. Era doveroso il suo immediato intervento, visto che senza la sua autorizzazione ed in periodo di divieto si stava versando in mare materiale terroso.

Invece, ben cinque giorni dopo, l’ARPAL ha scritto chiedendo spiegazioni al Comune, che ha chiesto delucidazioni all’Impresa, che le ha fornite al Comune, che le ha trasmesse all’ARPAL, che dopo 49 giorni ha posto fine alla questione comunicando al cittadino che l’Impresa aveva garantito  (autocertificazione?!) la regolarità dell’operazione. E la mancata autorizzazione ? Ed il divieto? Provateci voi a versare una sola carriola di terra in mare giurando di essere in regola e vedrete che risultato!!!

Lascia esterrefatti che ciò sia avvenuto in concomitanza con una mareggiata, che ha disperso immediatamente il materiale versato. Si sarebbe comportato esattamente così chi avesse voluto smaltire del materiale, non chi avesse voluto costruire.

All’Autorità Anticorruzione, che aveva chiesto spiegazioni in merito a tutto l’appalto, il Comune ha precisato che “…  i lavori hanno avuto inizio in data 30 aprile…  e sono andati avanti solo poche ore”. Si è però reperito il fax del 29 aprile, con il quale la Capitaneria di Porto di Savona ha intimato al Comune di Celle di sospendere immediatamente i versamenti. In una delibera successiva è verbalizzato che i lavori erano iniziati il 28 aprile.

–              Con la stessa perizia di variante,datata 4 giugno, si sono riconosciuti dei danni per mareggiata del 30 ottobre dell’anno precedente. Ancora indebitamente.Lo ha riconosciuto anche il Comune che, con propria nota inviata all’Autorità, ha scritto:“Per quanto riguarda il risarcimento dei danni per forza maggiore si conferma quanto affermato nel Capitolato Speciale di Appalto che non consente tale opportunità per le opere provvisionali”.Tuttavia, si è scritto, l’Amministrazione ha deciso di pagarli lo stesso, otto mesi dopo, per l’intensità della mareggiata. Cioè non era forza maggiore ma “stramaggiore”?

–              Dopo la fine dei lavorisi è affidata ad altra impresa l’asportazione di massi dalla battigia,  accollandone l’onere al Comune.Nella Relazione è scritto che essi  erano il residuo lasciato dall’impresa COFOR e il Capitolato d’Appalto prescriveva che il loro sgombero finale fosse a suo carico.

L’Autorità Anticorruzione afferma che contrasta con la legge l’operato del Comuneche contiene artificiosamente nel limite del 5% l’incremento dell’importo dei lavori conseguente alla variante, estrapolando dall’appalto alcune lavorazioni.

Nonostante la riduzione del ripascimento, il maggior importo della variante era ancora più del 5%.

La tabella ad incrocio riportante i costi della variante, però,presenta due errori di somme, uno in orizzontale ed uno identico in verticale, che si nascondono a vicenda e che hanno contenuto il costo della variante nel 5 % obbligatorio (che provvidenziale coincidenza!).

Il mancato adempimento avrebbe dovuto comportare la sospensione del pagamento a saldo e la possibile esclusione dell’Impresa da qualsiasi appalto per un periodo fino a cinque anni.

–              Le analisi compiute dall’ARPAL a fine lavori hanno evidenziato nella spiaggiauna presenza di cromo quasi quattro volte il massimo consentito e una presenza di nichel pari a più del doppio del valore massimo consentito.

A seguito degli esposti presentati è stato rinviato a giudizio il solo Direttore dei lavori, con l’imputazione di aver utilizzato per il ripascimento il materiale (della cava di Albisola) che, analizzato dall’ARPAL, aveva evidenziato una percentuale del 20-25% di granulometria inferiore a 0,5 mm e valori di nichel e cromo superori a quelli di legge, in assenza di autorizzazione ambientale.

Ma negli esposti era ripetutamente scritto che il materiale analizzato non era quello poi usato per il ripascimento: non c’entrava niente! Il rapporto di prova delle analisi conteneva la dicitura:“Punto(di prelievo – ndr)(Albisola) Cava Pastorino – Luceto – Albisola Superiore”.

Nella sentenza è scritto che “il materiale utilizzato per il ripascimento era comunque compatibile, conforme, analogo a quello già preesistente” e  “tali considerazioni, peraltro, sono state riferite da tutti gli appartenenti alle istituzioni coinvolte da questo accertamento (ARPAL, Comune, Regione) escusse in dibattimento , anche come testi indicati dalla Procura”.

Appunto, l’insistenza unanime a considerare salvifica una analisi che non c’entrava niente e a ripetere che il materiale analizzato era quello del ripascimento lascia veramente sconcertati. La stessa Autorità Anticorruzione aveva rilevato che “le opere del ripascimento arenile, previste in progetto in sabbia e ghiaietto, sono state realizzate mediante l’utilizzo del materiale della rampa e della pista di cantiere” indicando il fatto come variazione qualitativo-quantitativa di fornitura.

E così,con sentenza emessa dal Tribunale di Savona, il Direttore lavori è stato assolto e tutto ha avuto fine. Ma la turbativa d’asta con la possibile frode in pubbliche forniture e le varianti illegittime denunciate dall’Anticorruzione e gli indebiti vantaggi procurati all’Impresa?

Conclusione: massima attenzione alle infiltrazioni mafiose, protocolli antimafia … Ehhh … Vabbè.

Lotta alle mafie ed alla corruzione, trasparenza … Mah … Sarà …

Se la stessa attenzione fosse posta nell’appalto dell’Aurelia Bis (con le sue gallerie), o nell’appalto della Piattaforma di Vado (con 5 milioni di metri cubi di materiale terroso versato in mare), o negli appalti della Gronda, del Terzo Valico, del rifacimento del Ponte Morandi, o semplicemente negli appalti di manutenzione delle infrastrutture viarie, cosa ci sarebbe da aspettarsi, se non crolli, disastri ambientali e incidenti vari?

Indignarsi e fare tanta cagnara dopo le tragedie è da ipocriti (lasciamo perdere i delinquenti ed i collusi) o da poveri cittadini disinformati, quali in maggioranza siamo. Non ci si indigna al verificarsi degli effetti, ma all’insorgere delle cause!

Luigi Bertoldi

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