L’accordo firmato tra Autostrade per l’Italia e i sindacati, con il via alla sperimentazione nel 2025, segna l’inizio di una nuova era (non necessariamente migliore) per chi viaggia. Tra i primi caselli “spresidiati” di giorno, spiccano quelli liguri di Arenzano, Albisola, Isola del Cantone e Ronco Scrivia. Qui, le sbarre saranno gestite in remoto, o meglio, affidate alla fortuna e alla speranza che tutto funzioni senza intoppi.
La trasformazione del sistema promette un risparmio significativo per la società autostradale, grazie alla riduzione del personale. Ma questo risparmio, ovviamente, non verrà trasferito agli automobilisti: i pedaggi continueranno a salire. Un paradosso che il sindacato non ha mancato di sottolineare, definendo questa fase come “la stagione più difficile per i lavoratori del comparto esazione”.
Gli esattori, un tempo indispensabili, sono destinati a sparire grazie all’automazione e ai nuovi sistemi di pagamento. Il tutto condito da incentivi all’esodo, per evitare che qualcuno si ostini a restare ai caselli. Peccato che il risparmio sui dipendenti non sembri minimamente giustificare l’aumento delle tariffe.
Se da un lato Autostrade celebra la “radicale trasformazione del pedaggiamento”, dall’altro gli automobilisti si preparano a un futuro di disagi. Banconote inceppate, carte che non vengono lette, transiti eccezionali bloccati ai caselli e anomalie tecniche irrisolvibili se non da un operatore umano (che però potrebbe trovarsi a chilometri di distanza): questi scenari non sono fantascienza, ma già realtà.
Il recente episodio alla barriera di Savona riportato dal giornalista Marco Preve su La Repubblica dove quattro trasporti eccezionali sono rimasti bloccati a causa di un malfunzionamento tecnico, è solo uno degli innumerevoli casi di anomalia. La soluzione è arrivata solo dopo che un addetto si è mosso da Celle Ligure, mentre il traffico accumulava code chilometriche.
Il sindacato, pur avendo ottenuto garanzie per mantenere almeno 800 esattori fino al 2026, ha espresso preoccupazione per la qualità del servizio e ha proclamato lo stato di agitazione.
Anche associazioni di categoria e utenti sottolineano che la scomparsa del personale renderà sempre più difficile gestire situazioni critiche, trasformando l’autostrada da servizio a fonte di frustrazione.
In Liguria, dove le autostrade sono già un incubo, questa transizione rischia di aggiungere ulteriori complicazioni a una situazione già insostenibile. Automobilisti, preparatevi: oltre ai pedaggi più alti, avrete sempre meno supporto umano. Ma almeno avremo caselli high-tech pronti a incepparsi nel momento meno opportuno.