Maersk abbandona i nostri porti di trasbordo, Lui li rivaluta.

Oggi molte compagnie, come ad esempio i vostri concorrenti della Maersk, stanno abbandonando il sistema dei porti di trasbordo, come Gioia Tauro, per concentrarsi accorpando linee su quelli di destinazione, come Genova. E’ d’accordo su questa strategia? «Onestamente, no. Penso che i porti di transhipment abbiano ancora delle potenzialità, e credo ancora in questo sistema». Lo sa, vero, che è rimasto l’unico? «Ha ragione. Sì è vero, sono rimasto l’unico. Ma a me va bene così. E credo in Gioia Tauro, dove movimentiamo quasi 3 milioni di container l’anno e dove finalmente i lavoratori hanno capito che quello che fanno, lo fanno per se stessi e per le loro famiglie. Posso dire che oggi Gioia Tauro è il miglior porto del Mediterraneo». Sul fronte della flotta portacontainer, quali progetti? Supererete Maersk? «A noi diventare i primi al mondo non ci interessa. Porteremo a compimento il nostro piano di investimenti, che prevede ancora la consegna di una trentina di navi, da parte dei cantieri coreani, da qui alla fine del 2013. Si tratta di navi più piccole, adatte per le rotte Nord-Sud, per mercati come India e Sud America, e per il passaggio dal Canale di Panama, quando saranno terminati i lavori. Si tratta perlopiù di unità da 9.000 teu, più larghe e con pescaggi ridotti».

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