IL PRIMO PARTITO ITALIANO

IL PRIMO PARTITO ITALIANO
E’ QUELLO DELL’ASTENSIONISMO

“ La Costituzione italiana, all’art. 48, afferma che «Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età ». Aggiunge che il voto è personale (non può essere dato per delega da un rappresentante); eguale (ogni voto vale indipendentemente da chi l’ha dato); libero (nessuno può essere costretto a dare un voto diverso da quello voluto); segreto (a garanzia della libertà e per evitare indebite pressioni o ritorsioni). Dice, ancora, che votare è un “dovere civico” (parte di quel dovere di solidarietà politica, di cui parla l’art. 2), ma nessuna sanzione è prevista per chi non va a votare. 
Non sempre tutti i cittadini hanno potuto esercitare il diritto di voto: al momento dell’unità d’Italia, poteva votare soltanto chi possedeva un certo reddito (il 2% della popolazione); poi vennero esclusi gli analfabeti; dal 1919 il diritto di voto fu esteso a tutti gli uomini maggiorenni (suffragio universale maschile); il regime fascista, eccetto che all’inizio, non indisse più elezioni; soltanto nel 1946 ebbero il voto anche le donne”………….. 
Per capire le ragioni dell’astensionismo elettorale dovremmo indagare analiticamente le ragioni per cui i cittadini non sono andati a votare; e se, come e a quali condizioni potranno tornare a votare.
Per darci una risposta e quindi delle motivazioni obiettive dovremmo analizzare i seguenti punti:

  • Le ragioni principali e determinanti per cui una buona parte di Italiani non ha votato, o ha votato scheda nulla o bianca;

  • L’identikit socio-demografico del popolo astensionista (in ragione dell’età, del titolo di studio, della residenza geografica e dell’esposizione ai media, tv e giornali);

  • Il pensiero politico degli astensionisti, in quanto non esprimere un voto non necessariamente significa non avere un orientamento e una visione politica o dei fatti politici;

  • Le ragioni per cui questo elettorato, o parte di esso, potrebbe tornare a votare, a quali condizioni e con quali attese;

  • Una valutazione dei leader di centrosinistra, di centrodestra, o di altro posizionamento politico (anche non politici di professione) che sono preferiti dal popolo dei non votanti;

  • Le preferenze del popolo che non vota rispetto ai competitor di centrosinistra e di centrodestra;

  • Opinioni sui rapporti tra politica e morale in relazione alla percezione dei comportamenti generali dei politici;

  • Confronto tra la percezione dei politici e quella di altre categorie professionali.

Per identificare l’ “universo” degli “Italiani che non votano” e le ragioni del perchè non lo fanno potremmo iniziare a basarci sulle seguenti analisi :
L’astensione è una opzione politica. Chi pensa, schematicamente, che l’anti-politica coincida con l’astensionismo elettorale fa un grave errore. Tra la partecipazione elettorale e la non partecipazione vive uno scambio da vasi comunicanti: si passa da uno all’altro degli atteggiamenti a seconda delle circostanze, degli schieramenti in campo e dei leader in concorrenza. L’astensione non è anti-politica, ma una delle opzioni della politica.
Le ragioni del non voto: aspettando il nuovo. Il 50 %degli astensionisti non si rifugia in un atteggiamento genericamente anti-politico, ma indica esattamente negli attuali partiti la ragione della loro mancata partecipazione elettorale. 
Nuovi protagonisti della classe dirigente, nuovi leader. Due sono i fattori principali che potrebbero far tornare gli astensionisti verso il voto: “Nuovi protagonisti e nuovi leader politici”e una “maggiore generale moralità della politica”.

La geografia molto politica degli astensionisti : Hanno un orientamento politico e ragionano in termini politici non differentemente da quanto fanno quelli che votano. Poi esiste una minima percentuale che dichiara di non avere nessun orientamento politico generale . Quindi la maggioranza degli astensionisti fa una scelta politica di non andare a votare.
Politici non differenti (troppo) dalla classe dirigente. L’atteggiamento degli astensionisti non è tipicamente da anti-politica generalista, ovvero, hanno una precisa percezione di identificare i politici non differentemente dalla classe dirigente. 
Bene pubblico vs interessi privati. I comportamenti dei politici vengono percepiti con la massima negatività dagli elettori (non differentemente tra astensionisti e votanti) e l’ utilizzo dell’incarico pubblico per interessi privato emerge come una delle maggiori preoccupazioni Questo elemento pesa più di altre valutazioni d’ordine morale o comportamentale.
Identikit degli italiani che non votano: uguali, troppo uguali. Se una visione superficiale volesse vedere negli astensionisti un popolo arrabbiato, crudo, magari ignorante e in preda all’anti-politica, i tratti anagrafici, demografici e di loro percezione del mondo ce li restituiscono non dissimili dal popolo dei votanti.
Le leadership attese. La questione Il leader viene vista e percepita come l’elemento di aggregazione e formazione di una fase nuova. La personalizzazione della politica ha creato un addensarsi di simbolicità, oltre che di organizzazione, intorno al leader. Sia nel campo del centrosinistra, sia in quello di centrodestra e del centro c’è una situazione di leadership in confusione e discussione dalle caratteristiche unitarie incerto.

Oggi più che mai i Partiti hanno il dovere di confrontarsi con il “partito degli astensionisti” in quanto il non voto rappresenta, in modo crudo e malsano , su tutto il territorio nazionale le caratteristiche di frattura tra chi ancora si sente far parte di un sistema e chi invece da sempre ha cercato o chiesto di cambiarlo.

Quindi non possiamo rinunciare a riflettere rispetto i dati delle ultime elezioni amministrative ove emerge indistintamente , compreso il Movimento 5 Stelle, che nessuno a vinto e che poco più del 50% dei votanti pensa di poter rappresentare un paese nettamente diviso in parti uguali. Se il Partito degli astenuti ,che rappresenta la maggioranza degli aventi diritto al voto, formasse un movimento sarebbe il primo partito maggioritario in Italia e con l’attuale sistema elettorale potrebbe governare da solo e senza accordo alcuno con altri schieramenti.

Quindi Abbiamo il diritto di scegliere per la nostra vita ed il Dovere di scegliere per la vita delle generazioni future; per questo abbiamo il dovere morale di non astenerci.
Dovere perchè il cittadino deve essere partecipe della scelta di chi dovrà rappresentarlo, diritto perchè è giusto essendo un paese libero che ognuno scelga da chi farsi rappresentare!

E poi non lamentiamoci………..


Franco Costantino
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