La recente sconfitta di Savona nella corsa al titolo di Capitale della Cultura non giunge come una sorpresa, ma come il risultato inevitabile di una gestione accentratrice e miope da parte del sindaco. Una serie di decisioni discutibili, unite a un atteggiamento arrogante e poco incline al confronto, hanno portato a un fallimento che ora inizia a mostrare tutte le sue sfaccettature.
L’ennesima conferma della cattiva gestione è emersa sulle pagine del Secolo XIX: Tomaso Mayer, il regista della vittoria di Pordenone, era stato un collaboratore della giunta savonese con la sua “Itinerari Paralleli”, curando la co-progettazione di Palazzo della Rovere. Eppure, invece di valorizzare una figura competente e già coinvolta nei progetti culturali della città, Mayer è stato messo da parte, probabilmente perché ritenuto non abbastanza importante per le ambizioni del sindaco.
Per la candidatura a Capitale della Cultura si è preferito puntare su un nome di spicco: Paolo Verri. Certo, Verri aveva fatto vincere Matera, ma aveva anche collezionato fallimenti con Piacenza, Volterra e come consulente di supporto Rimini, come riportato da Savona News. La scelta, dunque, non si è rivelata particolarmente felice e ha contribuito a una sconfitta che oggi pesa sulle spalle dell’amministrazione.
A proposito di Savona News, il sindaco ha recentemente attaccato pubblicamente il giornale per il titolo “Savona sbaglia rotta”, dimostrando ancora una volta la sua insofferenza verso ogni critica. Circondato da uno stuolo di “yesmen”, l’amministrazione sembra incapace di accettare il confronto con la realtà e di riconoscere gli errori commessi.
Ora, il sindaco e la giunta hanno il dovere di rendere pubblici i costi sostenuti per Paolo Verri e per l’intero carrozzone organizzativo messo in piedi per una candidatura che, col senno di poi, era destinata a naufragare (Ricordate la previsione di Veltroni: “Non avete nessuna possibilità di vincere il bando“). I cittadini hanno il diritto di sapere quanto è stato speso per un progetto che, sin dall’inizio, presentava evidenti falle e criticità.
Savona ha bisogno di una classe dirigente capace di ascoltare, di valorizzare le competenze locali e di costruire percorsi condivisi, invece di imporsi con arroganza e scelte sbagliate. L’auspicio è che questa sonora sconfitta serva almeno da lezione per il futuro.