Villa Zanelli: belle parole e una realtà più complessa

L’assessore regionale all’Urbanistica e all’Edilizia Marco Scajola non ha lesinato parole altisonanti per descrivere lo stato di Villa Zanelli. In un recente intervento, ha ribadito con orgoglio i passi compiuti per la riqualificazione dello storico edificio in stile Liberty, affermando che “il recupero è stato un gesto d’amore per la città”. Tuttavia, sotto la patina di soddisfazione, emergono contraddizioni e problemi che raccontano una storia meno brillante.

Con un investimento di 6,6 milioni di euro, Villa Zanelli è stata restituita alla città come uno dei simboli architettonici più interessanti di Savona. Eppure, la promessa di farne un hotel a cinque stelle si è rivelata un sogno irrealizzabile. La struttura, con il suo limitato numero di camere, si scontra con le logiche economiche del settore alberghiero di lusso: troppo piccola per garantire la sostenibilità economica e troppo costosa per attrarre imprenditori disposti a gestirla.
Le dichiarazioni dell’assessore Scajola sulla disponibilità di Arte Genova a considerare offerte di gestione e sull’“interesse registrato” sembrano più un tentativo di guadagnare tempo che una reale prospettiva. Dopo mesi di annunci e di interlocuzioni in corso, il silenzio degli investitori parla più forte delle belle parole.

La sinergia con il Comune di Savona, sottolineata da Scajola, e la candidatura di Savona a città della cultura 2027 sono gli ultimi tentativi di valorizzare Villa Zanelli. Si discute perfino di un utilizzo universitario in collaborazione con l’Università di Genova. Ma è difficile ignorare la sensazione che queste siano soluzioni di ripiego, dettate più dalla necessità di mascherare un flop che da una strategia chiara e concreta.
Dal momento della riapertura, Villa Zanelli ha accolto oltre 5000 visitatori e ha ospitato iniziative culturali e formative, spesso gratuitamente. Se da un lato questo è un risultato positivo, dall’altro solleva interrogativi sulla reale capacità di rendere la struttura un punto di riferimento economico e culturale.
La visione originaria di un hotel di lusso, che avrebbe dovuto attrarre turismo e capitali, si è trasformata in un impegno costante per mantenerla viva attraverso eventi e collaborazioni. L’entusiasmo iniziale si scontra con una realtà fatta di costi di gestione elevati e redditi insufficienti.
Le dichiarazioni dell’assessore Scajola su Villa Zanelli, per quanto ottimistiche, non possono nascondere i problemi strutturali legati alla sua gestione. L’incapacità di attrarre investitori e l’assenza di un progetto sostenibile rischiano di trasformare un “gesto d’amore” in un’opera incompiuta. Villa Zanelli, simbolo del Liberty savonese, merita una visione chiara e coraggiosa per evitare che resti un’opportunità mancata.

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