Un articolo di Silvia Campese sul Secolo XIX di oggi racconta una lodevole iniziativa della Polisportiva Quiliano: i dirigenti hanno deciso di autotassarsi per coprire le rette sportive di ragazzi e bambini provenienti da famiglie in difficoltà economiche. Questo gesto, volto a garantire il diritto allo sport per tutti, è stato illustrato dal presidente della Polisportiva, Aureliano Pastorelli, che è anche consigliere comunale a Savona.
“Sarebbe ingiusto lasciare a casa un bambino perché i genitori hanno perso il lavoro e non possono pagare la retta. Così, ormai da diversi anni, abbiamo preso questa decisione: ci siamo autotassati, in modo da non gravare sul bilancio della Polisportiva e permettere ai bambini delle famiglie in difficoltà di praticare lo sport che preferiscono”, ha dichiarato Pastorelli.
Un’iniziativa che testimonia l’impegno di Pastorelli non solo come presidente, ma anche come promotore di valori etici e sociali attraverso lo sport. Grazie a lui e alla collaborazione con la giunta comunale guidata dal sindaco Nicola Isetta, la Polisportiva Quiliano si conferma un’eccellenza locale, un vero fiore all’occhiello per il territorio.
Tuttavia, la situazione cambia drasticamente quando si guarda a Savona, dove Pastorelli è consigliere comunale e presidente della Consulta dello Sport. Qui, nonostante le sue capacità e la sua esperienza, il suo operato viene ostacolato. In particolare, l’assessore allo Sport, Francesco Rossello, sembra limitarne le iniziative, lasciandogli poco margine di azione. Questo atteggiamento non solo penalizza Pastorelli, ma anche lo sviluppo dello sport savonese, che già soffre di gravi carenze infrastrutturali e organizzative.
“Se a Savona lasciassero a Pastorelli la stessa libertà di azione che ha a Quiliano, potrebbe realizzare tante cose positive con poche risorse ma tanta volontà“, commentano in molti. E in effetti, i risultati ottenuti a Quiliano parlano chiaro: la Polisportiva, con i suoi mille iscritti, è un modello di efficienza e inclusione.
Ma a Savona, come spesso accade, ogni passo avanti sembra essere vanificato da contrasti e invidie interne. Anche i presidenti delle società sportive lamentano un clima di insicurezza: si ritrovano spesso a dover scegliere con cautela a chi rivolgersi per evitare di generare dissapori o complicazioni.
E il sindaco di Savona? Finora è sembrato disinteressato alla questione, lasciando che le potenzialità di Pastorelli restino inespresse. Una scelta che, nel lungo termine, rischia di privare la città di opportunità preziose per rilanciare lo sport e il benessere della comunità.
La storia di Pastorelli tra Quiliano e Savona è un esempio emblematico di come la buona volontà e le competenze possano scontrarsi con dinamiche politiche e personali. Da un lato, c’è chi si autotassa per non lasciare nessuno indietro; dall’altro, c’è chi sembra preferire le divisioni alla collaborazione. La speranza è che, prima o poi, Savona sappia cogliere l’esempio virtuoso di Quiliano, affidandosi a chi ha dimostrato di saper fare tanto con poco.